Oggi solo 8 pazienti oncologici su 10 ricevono una valutazione nutrizionale. È quanto emerge dall’indagine conoscitiva sulla nutrizione nei pazienti oncologici realizzata da 45 Associazioni del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”
Anche se l’alimentazione è ritenuta dalla maggioranza dei pazienti con un tumore un fattore determinante per il benessere fisico, per evitare la perdita di peso e per conservare la forza necessaria ad affrontare le terapie, solo 8 su 10 ricevono una valutazione nutrizionale. È quanto emerge dall’indagine conoscitiva sulla nutrizione nei pazienti oncologici realizzata nell’ambito dell’iniziativa “In Contatto” promossa dalle 45 Associazioni del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che ha voluto indagare le esperienze, le criticità e le esigenze dei pazienti e delle pazienti per portare all’attenzione delle istituzioni eventuali disagi, bisogni non soddisfatti e proposte per trovare soluzioni adeguate.
Al questionario ha risposto un campione di 283 uomini e donne con diagnosi di tumore e oltre la metà (55,1%) in trattamento all’epoca dell’indagine, quasi il 28% in fase di remissione di malattia. Il 46,3% del campione di età compresa tra i 61 e i 75 anni, il 32,2% tra i 51 e i 60 anni, un complessivo 21,6% tra i 18 e i 50 anni, i restanti 7,1% sopra i 76 anni. Dalla ricerca emergono lacune importanti: carenza o assenza di informazione, talvolta confusione sulla nutrizione da parte degli operatori sanitari, mancanza di figure specialistiche, come il dietista o il nutrizionista, cui far riferimento nelle strutture oncologiche, accesso difficoltoso ad alimenti o integratori consigliati, assenza di supporto nutrizionale al momento della diagnosi e mancanza di presa in carico del fattore alimentare, infine, latitanza del Servizio Sanitario Nazionale nel supportare le necessità nutrizionali dei pazienti.
“Siamo veramente colpiti dal dato che concerne la quasi totale assenza di valutazione nutrizionale in ambito oncologico”, commenta Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna ODV che coordina il Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. “Questo ci deve indurre a lavorare su tale aspetto che, per molti versi, è collegato a problematiche strutturali, organizzative e di risorse umane all’interno dei reparti di oncologia. Criticità – continua – che sono, a quanto pare, ancora ampiamente diffuse sul territorio nazionale. Risulta evidente da questi dati come ancora oggi l’attenzione degli oncologi sia estremamente centrata sulla malattia tumorale e i trattamenti.
Dall’indagine emerge che quasi il 70% dei pazienti nei sei mesi successivi alla diagnosi di tumore ha perso peso, con una variazione che ha oscillato intorno al 10%, non poco (53,3% dei pazienti più del 10%, 46,7% meno del 10%). Al tempo stesso, quasi il 70% del campione non ha ricevuto indicazioni né consigli sull’alimentazione tenendo conto della sua patologia, mentre circa il 35,2% ha ricevuto consigli e suggerimenti da un dietista o da un nutrizionista. Nel 27,3% dei casi è stato proprio l’oncologo a offrire supporto nutrizionale, il medico di famiglia solamente nel 3,4%. Più di un paziente su due non ha ricevuto aiuto sugli aspetti nutrizionali, il 23,7% si è quindi rivolto a professionisti privati, mentre il Servizio Sanitario Nazionale risulta latitante, solo un 18,4% del campione ha trovato un qualche aiuto.
Il supporto nutrizionale con consigli e suggerimenti ha un suo preciso valore e significato in termini di evidenti benefici che comporta per i pazienti, difatti il 43,7% di coloro che hanno usufruito di un aiuto nutrizionale ha ritenuto “molto” utili i consigli, “abbastanza” utili il 42%, “poco” utili il 13,4%. Circa l’80% di chi ha ricevuto indicazioni e/o consigli su cosa mangiare o non mangiare, come e quanto durante i trattamenti, afferma di aver avuto qualche problema a mettere in pratica i suggerimenti: una metà circa del campione, 53,7%, non sembra aver tratto benefici da una specifica dieta, mentre l’altra metà, 46,3%, ne ha ottenuto vantaggi durante le terapie. “I dati di questa indagine confermano quanto sia urgente integrare il supporto nutrizionale come elemento centrale del percorso di cura oncologico”, commenta Hellas Cena, Responsabile Servizio di Nutrizione Clinica e Dietetica, Unità di Medicina Interna ed Endocrinologia, Maugeri IRCCS, Università degli Studi di Pavia. “La valutazione dello stato nutrizionale e l’accesso a medici specialisti in nutrizione o dietisti, devono essere garantiti sin dalla diagnosi per migliorare la qualità di vita dei pazienti e il successo delle terapie”, conclude.
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