Advocacy e Associazioni 12 Giugno 2025 09:45

Non autosufficienza, il ‘Patto per un Nuovo Welfare’: “Il tempo dell’attesa è finito”

L'appello del 'Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza': "Lavorare insieme, Stato, Regioni, Comuni e attori sociali, per ridare concretezza a un testo (la Legge delega 33/2023, ndr) che non può restare lettera morta"
Non autosufficienza, il ‘Patto per un Nuovo Welfare’: “Il tempo dell’attesa è finito”

“La distanza tra le indicazioni contenute nella riforma per la non autosufficienza (Legge delega 33/2023, ndr),e quanto è stato realizzato sino ad ora è motivo di profonda preoccupazione. L’invecchiamento demografico e i ritardi da colmare chiedono un’accelerazione”. A lanciare l’allarme è il ‘Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza‘, un’alleanza ampia e trasversale composta da oltre 60 organizzazioni, che ha come obiettivo una riforma vera, strutturata e attuabile dell’assistenza agli anziani non autosufficienti.

La nascita e l’impegno del Patto

Nato nel luglio 2021, il Patto ha contribuito attivamente alla Legge delega 33/2023, approvata nel marzo dello scorso anno, che doveva segnare un punto di svolta. Il testo prevedeva la creazione di un Sistema nazionale per la non autosufficienza (Snaa), con servizi domiciliari più accessibili, un riconoscimento formale del ruolo dei caregiver familiari e l’armonizzazione delle attuali risposte frammentate. Il tutto accompagnato da un piano graduale e progressivo di finanziamenti. Ma oggi, a distanza di oltre due anni dalla nascita del Patto e più di un anno dall’approvazione della riforma, tutto è ancora sospeso. I decreti attuativi, fondamentali per far decollare il sistema, non arrivano. Le misure restano largamente inattuate. E le aspettative di milioni di famiglie italiane restano impigliate in una rete di ritardi istituzionali.

Le richieste del Patto

Secondo i promotori, la riforma rappresenta l’unica via percorribile per garantire dignità e qualità della vita a una popolazione fragile che coinvolge oltre 10 milioni di persone in Italia: non solo anziani, ma anche familiari che li assistono, operatori dei servizi territoriali e sanitari, enti del terzo settore. Il Patto chiede ora un cambio di passo deciso: “Lavorare insieme, Stato, Regioni, Comuni e attori sociali, per ridare concretezza a un testo che non può restare lettera morta. La strategia c’è: programmare gradualmente gli interventi, accompagnarli con un incremento pluriennale delle risorse, monitorarne con trasparenza l’efficacia, restituire centralità alla persona fragile”. (Sul sito del Patto sarà possibile seguire gli sviluppi degli incontri già richiesti con rappresentanti politici e istituzionali).

 

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