Al centro della scoperta c’è il pulvinar, una struttura profonda capace di modulare la capacità della corteccia di riorganizzarsi. I risultati aprono nuove prospettive per la riabilitazione visiva e cognitiva
Per anni si è creduto che la plasticità cerebrale fosse legata quasi esclusivamente allo sviluppo, quando la corteccia può modificarsi rapidamente in risposta agli stimoli sensoriali. In età adulta, si riteneva che questa finestra si chiudesse, rendendo difficile recuperare abilità compromesse da difetti o traumi visivi. Ora, una ricerca dell’Università di Pisa, pubblicata su Science Advances, dimostra che il cervello adulto conserva un potenziale di plasticità visiva finora considerato prerogativa dell’infanzia. Lo studio condotto dal team pisano ribalta questa visione, dimostrando che la corteccia visiva mantiene un potenziale di cambiamento “dormiente” ma riattivabile.
Il ruolo chiave del pulvinar
La scoperta punta l’attenzione su una struttura cerebrale spesso trascurata: il pulvinar. I ricercatori hanno osservato che questo nucleo profondo esercita normalmente un’influenza inibitoria sulla corteccia visiva adulta, contribuendo a mantenerne la stabilità. Tuttavia, quando questa inibizione diminuisce, la plasticità latente può riemergere, consentendo al cervello di adattarsi a nuove condizioni.
Un esperimento semplice, un risultato sorprendente
Per verificare la presenza di plasticità in età adulta, i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale ad altissima risoluzione, prima e dopo due ore di deprivazione monoculare ottenuta con una semplice benda su un occhio. Dopo questa breve esperienza, la dominanza oculare cambiava e la comunicazione tra le aree visive risultava modificata. Il cambiamento più significativo riguardava proprio il pulvinar, la cui influenza sulla corteccia si riduceva, lasciando spazio alla riorganizzazione delle connessioni.
Un cervello che aggiorna le proprie previsioni
Le ricercatrici interpretano questi risultati alla luce dell’idea del cervello come sistema predittivo. Quando la realtà sensoriale non corrisponde alle aspettative — come accade con la deprivazione improvvisa — il cervello deve rivedere i propri modelli. Questa necessità di aggiornamento sembra essere il segnale che attiva la plasticità, con il pulvinar nel ruolo di regolatore che decide quando passare dalla stabilità al cambiamento.
Prospettive per la riabilitazione visiva
La possibilità di riattivare la plasticità cerebrale in età adulta apre scenari importanti per la clinica. Interventi mirati che modulino il funzionamento del pulvinar o che sfruttino condizioni controllate di stimolazione sensoriale potrebbero rafforzare l’efficacia delle terapie visive e cognitive. Inoltre, misurare il “potenziale plastico” individuale attraverso tecniche avanzate di neuroimaging potrebbe diventare uno strumento utile per personalizzare i percorsi riabilitativi. Questo studio non solo amplia le conoscenze sulla plasticità, ma invita a riconsiderare il ruolo delle strutture profonde nel coordinare funzioni complesse come percezione e apprendimento.
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