Uno studio condotto su 373 giovani adulti negli Stati Uniti mostra come una riduzione dell’uso dei social media per una settimana possa portare a significativi miglioramenti dei sintomi di ansia, depressione e insonnia
L’impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani adulti è da tempo oggetto di dibattito scientifico. Gli studi finora condotti hanno prodotto risultati contrastanti, spesso a causa dell’eccessiva dipendenza dai dati auto-riferiti sull’uso dei dispositivi, che possono essere inaccurati o parziali. Un nuovo studio condotto su 373 giovani adulti negli Stati Uniti, pubblicato su Jama, ha adottato un approccio più rigoroso, combinando dati oggettivi di utilizzo dei social media, sensori passivi degli smartphone e valutazioni quotidiane dello stato mentale tramite questionari momentanei. I giovani adulti, in particolare quelli tra i 18 e i 24 anni, rappresentano il gruppo più esposto all’uso intenso dei social media e al rischio di depressione, ansia e insonnia mostra come una riduzione dell’uso dei social media per una settimana possa portare a significativi miglioramenti dei sintomi di ansia, depressione e insonnia. L’obiettivo dei ricercatori era comprendere meglio se ridurre l’uso dei social media possa avere effetti concreti sul benessere psicologico e comportamentale.
L’osservazione
Lo studio è stato condotto tra marzo 2024 e marzo 2025, coinvolgendo partecipanti statunitensi in possesso di smartphone e che padroneggiavano la lingua inglese. Dopo un periodo di osservazione di due settimane per raccogliere dati sul comportamento abituale, i partecipanti hanno avuto la possibilità di intraprendere una settimana di “social media detox” su cinque piattaforme principali: Facebook, Instagram, Snapchat, TikTok e X (ex Twitter). Durante l’osservazione e l’intervento, i dati sullo schermo, la mobilità, le comunicazioni e gli stati mentali sono stati raccolti in modo continuo e oggettivo. Sono stati valutati sintomi di depressione, ansia, insonnia e solitudine tramite strumenti standardizzati.
I risultati principali
Dei 373 partecipanti che hanno completato la fase di baseline, 295 hanno scelto di aderire al detox. In questa coorte, la riduzione dell’uso dei social media ha portato a diminuzioni significative dei sintomi di ansia (-16,1%), depressione (-24,8%) e insonnia (-14,5%). I miglioramenti sono stati più marcati tra chi presentava sintomi depressivi moderati o severi al baseline. La solitudine, invece, non ha mostrato cambiamenti significativi, suggerendo che il ruolo sociale dei social media possa influenzare questa dimensione. È interessante notare che, nonostante la riduzione nell’uso dei social media, i partecipanti hanno mostrato un lieve aumento del tempo trascorso a casa e della durata complessiva di utilizzo dello schermo, fenomeno probabilmente legato alla variabilità naturale delle abitudini quotidiane.
Più si usano e più fanno male
I dati hanno mostrato che non è la quantità totale di tempo speso sui social media a determinare gli effetti sulla salute mentale, ma piuttosto il modo in cui viene utilizzata la piattaforma. L’uso problematico, caratterizzato da confronto sociale negativo o dipendenza, è risultato fortemente correlato con sintomi più severi di depressione, ansia e insonnia. Al contrario, le metriche oggettive di tempo e notifiche mostrano associazioni molto deboli. Questo indica che interventi mirati a ridurre il comportamento problematico, piuttosto che il tempo totale di utilizzo, potrebbero essere più efficaci nel migliorare il benessere mentale.
I limiti della ricerca
Lo studio presenta alcune limitazioni importanti. La maggior parte dei partecipanti era composta da giovani donne universitarie e con un livello di istruzione elevato, il che limita la possibilità di generalizzare i risultati. Inoltre, l’assenza di un gruppo di controllo randomizzato e di follow-up a lungo termine impedisce di stabilire la durata dei benefici del detox. Tuttavia, la combinazione di dati oggettivi, valutazioni quotidiane e questionari standardizzati rappresenta un approccio innovativo per studiare la relazione tra social media e salute mentale, offrendo spunti per future strategie di intervento digitale mirate. Ridurre l’uso dei social media per una settimana, dunque, può migliorare in modo significativo ansia, depressione e insonnia nei giovani adulti, soprattutto tra coloro che presentano sintomi più gravi. I risultati suggeriscono che la chiave non risiede tanto nella quantità di tempo trascorso online, quanto nell’evitare forme problematiche di utilizzo. Interventi digitali mirati e brevi come il detox potrebbero rappresentare strumenti efficaci per il benessere mentale, ma servono ulteriori studi per valutarne la durata e l’efficacia in contesti più diversi.
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