Salute 3 Novembre 2025 09:35

Covid in gravidanza, possibile rischio di disturbi del neurosviluppo nei bambini

Uno studio del Massachusetts General Hospital, pubblicato su Obstetrics & Gynecology, evidenzia un aumento del rischio nei figli di madri che hanno contratto l’infezione, soprattutto nel terzo trimestre

di Isabella Faggiano
Covid in gravidanza, possibile rischio di disturbi del neurosviluppo nei bambini

Contrarre il Covid-19 durante la gravidanza, in particolare nel terzo trimestre, potrebbe aumentare la probabilità che il bambino sviluppi disturbi del neurosviluppo nei primi anni di vita. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Obstetrics & Gynecology e coordinato dai ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston, che hanno analizzato i dati di oltre 18 mila coppie madre-figlio nate tra marzo 2020 e maggio 2021.

L’analisi su oltre 18 mila coppie madre-figlio

L’indagine, condotta all’interno del sistema sanitario Mass General Brigham, ha valutato l’associazione tra infezione materna da SARS-CoV-2, confermata da tampone molecolare, e la diagnosi di disturbi del neurosviluppo nei figli entro i tre anni di età. I ricercatori hanno preso in considerazione condizioni come ritardi del linguaggio, disturbi motori e dello spettro autistico, identificandoli attraverso i codici diagnostici ICD-10 presenti nelle cartelle cliniche elettroniche. Delle 18.124 gravidanze analizzate, 861 donne avevano contratto l’infezione durante la gestazione. Tra i loro bambini, il 16,3 per cento ha ricevuto una diagnosi neuroevolutiva entro i 36 mesi, contro il 9,7 per cento dei figli di madri non infette. Dopo aver tenuto conto di fattori come età materna, razza, assicurazione sanitaria, tipo di ospedale e parto pretermine, i ricercatori hanno stimato un aumento relativo del rischio del 29 per cento. Il rischio è risultato più pronunciato quando il contagio era avvenuto nel terzo trimestre di gravidanza e nei bambini di sesso maschile, dove l’aumento stimato ha raggiunto rispettivamente il 36 e il 43 per cento.

“Il Covid può influire anche sul cervello del feto”

“Questi risultati – spiega Andrea Edlow, coordinatrice dello studio – evidenziano che il Covid-19, come molte altre infezioni contratte in gravidanza, può comportare rischi non solo per la madre, ma anche per lo sviluppo del cervello del feto”. Tuttavia, precisa la ricercatrice, “il rischio complessivo di esiti avversi sullo sviluppo neurologico rimane probabilmente basso”. Anche Roy Perlis, coautore dello ricerca, invita a una lettura prudente dei risultati: “Lo studio mostra un’associazione, non una relazione causale. Fattori indiretti come lo stress, l’infiammazione materna o la diversa assistenza sanitaria durante le prime fasi della pandemia potrebbero aver contribuito a influenzare i dati”.

Dati da interpretare con cautela

I ricercatori sottolineano inoltre che la coorte analizzata si riferisce al primo periodo della pandemia, quando la popolazione non era ancora vaccinata e le varianti virali erano diverse da quelle oggi in circolazione. È quindi possibile che le condizioni attuali, grazie alla protezione vaccinale e a ceppi meno aggressivi, abbiano modificato il quadro di rischio. “La consapevolezza dei genitori rispetto alla possibilità di esiti avversi – aggiunge Lydia Shook, prima autrice dello studio – è importante perché permette di monitorare lo sviluppo dei bambini e intervenire tempestivamente, se necessario”.

Prevenzione e sorveglianza

Pur nel riconoscere i limiti dello studio, i risultati rafforzano la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla salute materno-fetale e di garantire un follow-up dello sviluppo neurologico nei bambini esposti in utero al virus. Gli autori sottolineano l’importanza della vaccinazione in gravidanza, che resta uno strumento sicuro ed efficace per ridurre il rischio di infezione e proteggere sia la madre che il feto. Comprendere le conseguenze a lungo termine dell’infezione da Covid-19 in gravidanza – concludono i ricercatori – è un passo fondamentale per migliorare la prevenzione, la presa in carico e il benessere delle generazioni future.



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