Non è più soltanto una questione di cure, ma di equilibrio. Le donne italiane, oggi più che nel 2005, interpretano la salute come un intreccio tra corpo e mente, come un diritto da tutelare e un bene da coltivare ogni giorno. Lo rivela la nuova ricerca di Elma Research condotta con Fondazione Onda ETS, presentata a Roma in occasione dei vent’anni della Fondazione, durante un evento in Senato promosso dalla senatrice Daniela Sbrollini. Dal confronto con l’indagine realizzata vent’anni fa emerge una fotografia complessa: cresce la consapevolezza, aumenta la volontà di prendersi cura di sé, ma diminuisce la fiducia nel sostegno familiare e nel Servizio Sanitario Nazionale.
“Una sanità davvero inclusiva”
“Nel nostro ventesimo anniversario celebriamo l’attenzione e la dedizione di Fondazione Onda ETS nell’affermare l’importanza della medicina di genere in Italia, ponendo sempre al centro le persone e il loro diritto alla salute”, afferma Francesca Merzagora, presidente della Fondazione. Merzagora ricorda come, in questi anni, Onda abbia costruito reti, diffuso cultura sanitaria e promosso la medicina di genere attraverso il Bollino Rosa e Azzurro, ricerche, campagne e formazione. Ma il cammino è ancora lungo: “A distanza di vent’anni – sottolinea – emergono ancora criticità nella prevenzione e nella gestione della salute propria e dei familiari. La conoscenza della medicina territoriale resta scarsa, e troppe donne non si sentono sostenute dal SSN”. Per la presidente, il futuro deve essere un orizzonte di equità: “Solo integrando la salute di genere nel Servizio Sanitario potremo costruire una sanità davvero inclusiva e capace di promuovere il benessere di tutti”.
Benessere mentale al centro
La salute mentale resta il terreno più fragile, soprattutto per le più giovani. Ansia, insonnia e disturbi dell’umore affliggono un numero crescente di donne tra i 18 e i 35 anni. “Già anni fa – ricorda Claudio Mencacci, presidente del Comitato tecnico scientifico di Onda – un’indagine mostrava come le donne temessero la depressione più del tumore al seno. Da allora abbiamo posto la salute mentale tra le nostre priorità, con progetti, campagne e percorsi di cura inclusivi”. Oggi la Fondazione guarda avanti, impegnandosi contro una nuova minaccia: la solitudine. “Con il Bollino RosaVerde e il coinvolgimento delle farmacie territoriali – spiega Mencacci – vogliamo contrastare l’isolamento, che rappresenta una delle principali fragilità della salute mentale contemporanea”.
Tra informazione e fragilità
La ricerca, che ha coinvolto oltre 800 donne tra i 18 e i 64 anni, evidenzia un dato emblematico: il 69% si occupa anche della salute dei familiari, ma riceve sempre meno supporto (-14% rispetto al 2005). E se cresce l’uso di internet e social come fonti informative (46% e 26%), il medico resta il punto di riferimento principale. Tuttavia, la percezione generale è che l’informazione sanitaria sia ancora insufficiente: solo una donna su tre si considera “abbastanza” o “molto” informata.
“Un impegno che ha anticipato i tempi”
“Fondazione Onda ETS ha anticipato di anni il dibattito sulla medicina di genere,e -mettendo al centro la salute femminile non solo per le patologie tipicamente legate alle donne, ma anche per quelle che colpiscono entrambi i sessi con maggiore incidenza nelle donne – afferma Alberto Costa, vicepresidente della Fondazione -. Da questa visione nacque il Bollino Rosa, che ha migliorato i servizi sanitari per le donne. Rimane però fondamentale approfondire le diverse fasi della vita femminile — pubertà, età fertile, menopausa e senescenza — per garantire cure mirate. Il benessere delle donne è essenziale per la salute della società intera”.
L’importanza della medicina di genere
“Ormai sappiamo come la medicina di genere rappresenti un’evoluzione cruciale per una sanità più equa ed efficace, superando i tradizionali standard esclusivamente maschili – aggiunge Ilenia Malavasi, componente della Commissione Affari Sociali della Camera -. Questo approccio considera il genere come costrutto socioculturale, influenzando prevenzione, diagnosi e percorsi di cura. Tra questi anche la comunicazione: messaggi troppo generici possono costituire una barriera al diritto delle donne di mantenersi in salute. Per questo – conclude – è fondamentale riconoscere il valore di Fondazione Onda ETS, che in vent’anni ha contribuito in modo decisivo a rendere concreta la prospettiva di genere nel nostro Servizio Sanitario”.