Un adulto su cinque in Europa manifesta sintomi di ansia o depressione, ma solo una parte minima riceve un trattamento adeguato. È il dato allarmante che emerge dal nuovo rapporto dell’Ocse “Mental Health Promotion and Prevention 2025”, realizzato con il contributo della Commissione europea e pubblicato alla vigilia della Giornata mondiale della salute mentale. Il documento descrive una condizione diffusa ma ancora sottovalutata: “Molti sintomi depressivi lievi o moderati non vengono riconosciuti né trattati – sottolinea l’Ocse – con il rischio di evolvere in forme più gravi e con costi sociali crescenti”. La salute mentale, avverte il rapporto, non è solo una questione sanitaria, ma anche economica: le conseguenze dei disturbi psichici si riflettono sulla produttività, sull’istruzione e sull’intera coesione sociale.
Più di due terzi delle persone che avrebbero bisogno di assistenza psicologica non riescono ad accedervi. I motivi, spiega il report, sono molteplici: barriere economiche, lunghi tempi di attesa, scarsa disponibilità di professionisti e, ancora, il peso dello stigma che accompagna i disturbi mentali. Le conseguenze non sono solo individuali ma collettive: secondo l’Ocse, i costi diretti e indiretti della salute mentale superano il 4% del Pil nei Paesi dell’Unione europea. Un dato che riflette l’urgenza di politiche più efficaci di prevenzione e promozione del benessere psicologico, fin dalle scuole e dai luoghi di lavoro.
L’Italia si colloca in linea con la media europea per diffusione dei sintomi ansiosi e depressivi, ma presenta limiti evidenti sul fronte delle risorse. Nel nostro Paese, il rapporto segnala la presenza di 3,5 psicologi ogni mille abitanti e una spesa in prevenzione pari a solo lo 0,6% del Pil, ben al di sotto dei livelli dei Paesi nordici o dell’Europa centrale. A pesare, secondo l’Ocse, è anche la scarsa integrazione delle tecnologie digitali nei percorsi di salute mentale e l’assenza di un piano strategico nazionale aggiornato per la promozione del benessere psicologico. Un ritardo che rischia di ampliare le disuguaglianze di accesso e di lasciare senza risposta fasce di popolazione vulnerabili, come giovani e anziani.
“Le buone pratiche, dagli interventi a scuola alla formazione del personale sanitario e non sanitario, devono essere implementate con urgenza”, raccomanda l’Ocse. Promuovere la salute mentale significa prevenire non solo la malattia, ma anche l’esclusione sociale e la perdita di benessere collettivo. Alla vigilia della Giornata mondiale della salute mentale, il messaggio è chiaro: la salute mentale è una priorità pubblica, non un lusso individuale. Servono più risorse, più professionisti e politiche coordinate che restituiscano centralità al benessere psicologico come parte integrante della salute di tutti.
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