“In tutta la Regione Europea dell’Oms, milioni di persone praticano sport attraverso club comunitari. Questi club non sono solo luoghi di allenamento o di competizione, ma possono influenzare lo stile di vita dei nostri bambini, delle famiglie e delle comunità”. Con queste parole, Kremlin Wickramasinghe, consulente regionale Oms/Europa per la nutrizione, l’attività fisica e l’obesità, spiega perché la stessa Organizzazione abbia redatto delle nuove linee guida in materia – “Be an inclusive, empowering and supportive sports club: draft practical guide to health promotion through sports clubs” – destinate a club sportivi, dirigenti e decisori.
Con 54 milioni di partecipanti e 27 milioni di volontari, le associazioni sportive hanno un potenziale straordinario. Ma la pratica sportiva non porta automaticamente a una salute migliore: infortuni, esclusione, discriminazioni o sponsorizzazioni contraddittorie possono comprometterne gli effetti. Da qui nasce la necessità di un approccio strutturato, che metta la salute al centro delle politiche e delle attività quotidiane dei club.
La guida è stata presentata in occasione del 20° anniversario della rete europea per la promozione dell’attività fisica a beneficio della salute (HEPA Europe Network), sostenuta dall’Oms. La rete riunisce istituzioni e organizzazioni impegnate a livello locale e nazionale per favorire l’attività fisica e contrastare le malattie croniche. Secondo le stime Oms, raggiungere i livelli minimi raccomandati di attività fisica (150 minuti settimanali a intensità moderata) potrebbe prevenire nell’Unione Europea 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050, tra cui 3,8 milioni di malattie cardiovascolari e oltre 400mila tumori. I benefici economici sono quantificati in circa otto miliardi di euro ogni anno.
Una società sportiva che promuove la salute non si limita a formare atleti, ma costruisce comunità inclusive, rafforza i legami sociali e incoraggia scelte sane. “Le organizzazioni sportive hanno un ruolo chiave, ma spesso mancano di strumenti e competenze per sviluppare e attuare politiche di salute”, osserva la professoressa Aurélie Van Hoye, dell’Université de Lorraine, coordinatrice del gruppo HEPA dedicato allo sport. La guida Oms/Europa propone un modello graduale: i club possono partire con azioni semplici, come offrire acqua gratuita o vietare il fumo, per poi evolvere verso strategie integrate che includano nutrizione, salute mentale, sostenibilità, inclusione e prevenzione degli infortuni. La promozione della salute diventa così un processo continuo, non un progetto temporaneo.
Per accompagnare i club, la guida mette a disposizione moduli di valutazione e checklist di osservazione. Tra gli ambiti da monitorare: mense e punti ristoro (con disponibilità di cibi sani), accessibilità delle strutture per persone con disabilità, qualità degli spazi comuni e presenza digitale. Questi strumenti consentono di individuare punti di forza e aree di miglioramento, trasformando l’analisi in azioni concrete. Ogni raccomandazione è pensata per essere adattata al contesto specifico del club, rendendo la promozione della salute un percorso realistico e sostenibile.
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