All’interno del kiwi verde (Actinidia deliciosa) si cela una preziosa molecola che fa bene all’umore. Si tratta dell’acido chinico, sostanza organica che è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica ed esercitare un effetto antidepressivo. A scoprirlo è stato un gruppo di ricerca del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona in uno studio pubblicato sulla rivista Plos One. Per capire quali sostanze del kiwi potessero influenzare l’umore, i ricercatori hanno usato un doppio approccio. Da un lato hanno analizzato in maniera molto dettagliata la “mappa chimica” del frutto, cioè l’insieme delle sue molecole, grazie a una tecnica chiamata metabolomica. Dall’altro hanno osservato il comportamento di alcune cavie, che rappresentano un modello utilizzato di frequente per studiare la depressione.
È emerso che il succo di kiwi verde riduceva in modo proporzionale alla quantità somministrata i segnali tipici di uno stato depressivo negli animali. Analizzando il loro sangue e il loro cervello, sono state individuate soltanto due molecole provenienti dal kiwi: l’acido chinico e l’acido caffeico solfato. Quando ai topi è stato dato direttamente l’acido chinico puro, questo ha riprodotto quasi del tutto l’effetto positivo del succo, dimostrando di essere la sostanza chiave. Inoltre, si è scoperto che la sua efficacia è potenziata dalla presenza di altre molecole del frutto, che ne facilitano l’assorbimento e il passaggio fino al cervello. L’attività antidepressiva dell’acido chinico è stata brevettata prima della pubblicazione, a tutela del potenziale utilizzo in campo applicativo.
“Questa ricerca – commenta Flavia Guzzo, docente di botanica generale dell’Università di Verona – ci ha permesso di identificare l’esatta molecola responsabile dell’attività antidepressiva del kiwi, aprendo la possibilità di un suo futuro impiego come principio attivo naturale per farmaci o nutraceutici”. E conclude: “Se in futuro sarà possibile sviluppare integratori o prodotti funzionali a base di acido chinico, il kiwi potrebbe diventare non solo un alleato della salute fisica, ma anche della salute mentale. L’idea di affiancare molecole naturali a farmaci tradizionali nel trattamento dei disturbi dell’umore rappresenta un passo importante in un’epoca in cui si ricerca sempre di più un approccio integrato e sostenibile al benessere”.
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