C’è un’Italia che soffre in silenzio, invisibile agli occhi delle statistiche finché il dolore non si traduce in un gesto estremo. Un’Italia che ogni giorno conta dieci vite spezzate dal suicidio, oltre 300 al mese. A dare voce a questa emergenza è Telefono Amico Italia che, nella Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, ha presentato in Senato i dati più recenti: oltre 6.700 richieste di aiuto nel 2024 e già più di 3mila nei primi sei mesi del 2025.Dieci persone al giorno, più di trecento al mese. “Vogliamo rompere lo stigma sociale sul suicidio, che porta a non affrontare questo argomento, che lo trasforma in un tabù di cui non si può parlare – spiega Cristina Rigon, presidente di Telefono Amico Italia -. La prevenzione è, invece, possibile e doverosa. Per renderla reale dobbiamo, innanzitutto, sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di azioni strutturate e coordinate per contrastare il fenomeno. Noi, grazie al supporto di 600 volontari, al momento riusciamo a garantire 14 ore di supporto telefonico al giorno attraverso la nostra helpline, ma le richieste di aiuto continuano ad aumentare e da soli non riusciamo a gestire questa emergenza, abbiamo bisogno di sostegno”.
In Italia il fenomeno è in crescita: secondo i dati Istat, nel 2022 sono stati registrati 3.934 suicidi, contro i 3.870 del 2021 e i 3.748 del 2020. L’aumento riguarda quasi tutte le fasce di età, tranne i 65-79enni. Colpisce in particolare il dato sui più giovani: tra il 2020 e il 2021 si era registrato un +16%, e la tendenza è proseguita anche nel 2022. “L’Italia non dispone di un piano nazionale integrato per la prevenzione del suicidio né di un sistema di monitoraggio in tempo reale”, denuncia Telefono Amico Italia, chiedendo di intervenire con strumenti concreti: un numero di pubblica utilità attivo 24 ore su 24, un Piano nazionale che coinvolga scuola, sanità, lavoro e forze dell’ordine, campagne anti-stigma e protocolli clinici per il pronto intervento.
“La prevenzione del suicidio è possibile e il primo passo è riconoscere la sofferenza – sottolinea Maurizio Pompili, ordinario di Psichiatria alla Sapienza di Roma e direttore della UOC di Psichiatria all’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea – -. Gli individui a rischio non vorrebbero morire, ma alleviare un dolore mentale diventato insopportabile. Nei momenti di crisi l’intervento degli operatori è fondamentale, ma anche le helpline rivestono un ruolo cruciale: sapere di avere la possibilità di chiamare, in qualsiasi momento, un interlocutore sensibile rappresenta, per chi vive un momento di difficoltà, un aiuto fondamentale”.
A raccogliere l’appello è stato il senatore Guido Quintino Liris, che ha presentato un disegno di legge. “Parlare di suicidio è difficile, ma necessario – aggiunge -. Da medico riconosco l’importanza di individuare la sofferenza psicologica prima che diventi irreversibile; come senatore, sento il dovere di tradurre questa consapevolezza in azione politica. I dati di Telefono Amico Italia rivelano un’emergenza sociale spesso invisibile e marginalizzata per tabù e paure ingiustificate. Migliorare la consapevolezza sul suicidio e rafforzare le misure di prevenzione significa salvare vite; come rappresentanti delle istituzioni, abbiamo il dovere di agire con determinazione”.
Per la Giornata mondiale, Telefono Amico Italia ha illuminato di blu – il colore simbolo dell’associazione – monumenti in numerose città, da Bergamo a Palermo, da Venezia a Parma, da Modena a Vicenza. Il 14 settembre, invece, i volontari torneranno nelle piazze con l’iniziativa “Non parlarne è 1 suicidio”: un’occasione per invitare le persone a “buttare quello che pesa” e a coltivare ciò che fa rifiorire, simbolicamente attraverso la consegna di semi da piantare.