Sanità 5 Settembre 2025 09:59

Cdm, approvata la legge delega sulla responsabilità del personale sanitario e sulle professioni sanitarie

Schillaci: "Una riforma attesa da anni che punta a ridurre gli effetti perniciosi della cosiddetta medicina difensiva, a contrastare le carenze di organico, a sburocratizzare il sistema e a valorizzare le competenze delle professioni sanitarie"
Cdm, approvata la legge delega sulla responsabilità del personale sanitario e sulle professioni sanitarie

Via libera in Consiglio dei Ministri al disegno di legge-delega che riforma le professioni sanitarie. Il provvedimento interviene anche sulla responsabilità professionale e modifica la normativa attualmente vigente. “La norma mira a ridurre gli effetti perniciosi della cosiddetta medicina difensiva, che a sua volta è conseguente alle numerose e spesso infondate denunce nei confronti dei medici, con ricadute disastrose per l’efficienza del servizio sanitario e per la stessa salute dei cittadini”, commentano i Ministri della Salute e della Giustizia Orazio Schillaci e Carlo Nordio.

“La medicina difensiva, che costa mediamente 11 miliardi l’anno e allunga le liste d’attesa, infatti induce i medici a prescrivere esami costosi, spesso inutili e invasivi, che non soltanto gravano sui bilanci delle ASL ma ritardano gli interventi sui malati realmente bisognosi, che non hanno l’ardire di prospettare ai medici eventuali azioni risarcitorie” continuano i ministri “circoscrivere, come stiamo facendo, la responsabilità penale dei sanitari, non significa affatto favorirne l’impunità. Significa invece porre i medici in condizione di operare con maggiore serenità, dedicandosi senza spreco di energie ai pazienti che necessitano di diagnosi e di cure urgenti ed efficaci. Con questa riforma vogliamo rilanciare le professioni sanitarie e dare risposte efficaci ai nuovi bisogni di salute della popolazione”.

Terminano Schillaci e Nordio: “Si tratta, appunto, di un impegno preso, che abbiamo mantenuto per evitare ulteriori proroghe della normativa vigente. Viene confermata la responsabilità penale per colpa grave per chi esercita la professione sanitaria, ma non si lede in alcun modo il diritto dei cittadini al giusto risarcimento di danni subiti”.

La riforma delle professioni sanitarie

Approvata in Consiglio dei Ministri anche la riforma delle professioni sanitarie. Il disegno di legge delega al Governo avvia un significativo e profondo processo di riforma dell’attuale sistema delle professioni sanitarie per renderlo più efficiente, inclusivo, attrattivo e adeguato all’evoluzione scientifica e tecnologica.

“E’ una riforma attesa da anni che punta a contrastare le carenze di organico, a sburocratizzare il sistema e a valorizzare le competenze delle professioni sanitarie – dichiara ancora il Ministro della Salute Orazio Schillaci. Sono previste misure di sostegno allo sviluppo della carriera e la revisione di percorsi formativi come l’istituzione della Scuola di specializzazione per la medicina generale. Con questa riforma diamo un ulteriore contributo al potenziamento del servizio sanitario nazionale valorizzando le professioni sanitarie per rispondere in modo sempre più efficace ai bisogni di salute dei cittadini”.

Il provvedimento delega il Governo ad adottare, entro il 31 dicembre 2026, misure dirette a incrementare il personale sanitario, potenziare i percorsi di formazione sanitaria specialistica e valorizzare le professionalità e le competenze dei professionisti sanitari.

I provvedimenti attuativi dovranno prevedere norme per contrastare i fenomeni di carenza di personale anche attraverso il ricorso a forme di lavoro flessibile per l’impiego degli specializzandi nel Servizio sanitario nazionale;  lo sviluppo della carriera professionale e misure in favore del personale che opera in particolari condizioni di lavoro, o che presta servizio in aree disagiate; semplificare le attività amministrative che gravano sul personale sanitario, ottimizzando i tempi di lavoro; garantire la sicurezza dei professionisti sanitari nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Sono inoltre indicati i criteri per lo sviluppo delle competenze e il potenziamento della formazione sanitaria specialistica che prevendono l’istituzione di un Sistema nazionale di certificazione delle competenze,  specifico per il settore sanitario nonché la ridefinizione del percorso formativo della medicina generale, con la trasformazione del corso regionale di formazione in Scuola di specializzazione, e delle specializzazioni sanitarie non mediche attraverso l’istituzione di scuole di specializzazione ad hoc.

La legge delega prevede infine l’introduzione di misure volte a valorizzare il ruolo degli Ordini professionali.

Anelli (Fnomceo): “Bene interventi su responsabilità professionale per restituire serenità ai medici”

 “Un provvedimento molto atteso dalla professione medica e che la Fnomceo sostiene da tempo. Rendere stabili e strutturati gli interventi relativi alla responsabilità professionale per gli esercenti le professioni sanitarie significa restituire ai medici la giusta serenità, presupposto essenziale per la sicurezza delle cure”.

Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, dopo l’approvazione oggi in Consiglio dei Ministri dello schema di Disegno di Legge “Delega al Governo in materia di professioni sanitarie e disposizioni relative alla responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”, che da una parte delega al Governo alcuni interventi legislativi volti a potenziare il Servizio sanitario nazionale e, dall’altra, agisce sulla responsabilità professionale, prevedendo la punibilità dei professionisti sanitari solo nei casi di colpa grave ove ricorrano determinate condizioni.

“Abbiamo apprezzato l’intervento del Governo – dichiara Anelli – e in maniera particolare del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del Ministro della Salute Orazio Schillaci e del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, sulle Professioni sanitarie, con un Disegno di Legge che ha l’obiettivo dichiarato di rendere il Servizio sanitario nazionale in grado di attrarre e trattenere i suoi professionisti, aumentandone il numero, migliorandone le condizioni di lavoro, alleggerendo i carichi burocratici e affinando e sviluppando i percorsi formativi, anche in relazione alle nuove tecnologie e all’Intelligenza artificiale. Interviene sulla responsabilità professionale, rendendo il medico che si sia attenuto alle linee guida e alle buone pratiche clinico assistenziali punibile solo per colpa grave. Inoltre, nell’accertamento della colpa e del suo grado si tiene conto della scarsità delle risorse, delle carenze organizzative, della contraddittorietà delle evidenze scientifiche, della disponibilità o meno di terapie, della complessità della patologia, dell’urgenza e di altri fattori che possono influenzare l’attività sanitaria. Condizioni, quelle della scarsità delle risorse umane e materiali e delle carenze organizzative che, come ha rilevato anche il Consiglio nazionale Fnomceo in una recente mozione, si sono nel tempo aggravate, determinando una crescente difficoltà nella pratica professionale”.

“L’intervento sulla responsabilità professionale in ambito sanitario è un provvedimento auspicato – spiega – tanto dal mondo sanitario come da quello giudiziario: il 97-98% delle cause contro i professionisti si conclude infatti con un nulla di fatto, con l’assoluzione o l’archiviazione. Elevatissimi i costi, sia per i medici ingiustamente incolpati, che si vedono rovinata la vita e la carriera, sia per i sistemi sanitari, che, per il timore generalizzato delle denunce, vedono lievitare i costi della medicina difensiva, stimati in circa dieci miliardi l’anno, e aumentare gli abbandoni nelle branche più a rischio, nelle quali non si formano nemmeno più i nuovi specialisti. Ma anche per l’apparato giudiziario, appesantito da cause che durano anni e che si dimostrano, poi, nella maggior parte dei casi, infondate”.

“Questa tutela per i professionisti sanitari – chiarisce – non costituisce certo un’impunità, in quanto l’esercente è in ogni caso punibile per colpa grave, e non mette a rischio i risarcimenti dei cittadini per gli eventi avversi, da ottenersi in sede civile. Risarcimenti che sarebbero anche più rapidi non dovendo attendere, come spesso accade se i due procedimenti sono interconnessi, la conclusione del procedimento penale. Restituisce, al contrario, la giusta serenità ai professionisti, rinsaldando quella relazione di cura con i cittadini che, per essere tale, deve essere fatta di fiducia reciproca. Rende inoltre di nuovo attrattivo il Servizio sanitario nazionale che, oggi, non è in grado di trattenere i suoi professionisti né di ingaggiarne di nuovi: e in questo un ruolo importante giocano le condizioni di lavoro, che mettono gli operatori in costante rischio di burnout per il superlavoro, le aggressioni, le denunce ingiuste”.

“Per quanto riguarda la delega sulle professioni sanitarie – continua ancora Anelli – l’equiparazione della formazione in medicina generale alle specializzazioni è un atto dovuto, che ci pone in linea con gli altri Paesi europei e che mette sullo stesso piano, anche dal punto di vista del titolo, la cura della persona nella sua interezza con quella organo-specifica. Ci aspettiamo ora un analogo provvedimento per equiparare, sin da subito, il trattamento anche economico dei corsisti con quello degli specializzandi”.

“Bene infine – prosegue ad analizzare– l’ampliamento dell’impiego degli specializzandi, che sono medici a tutti gli effetti, all’interno del Servizio sanitario nazionale, compatibilmente con le esigenze formative e con la clausola che la contribuzione ai fini pensionistici sia sempre legata all’Enpam e non alla gestione separata dell’Inps. Bene anche la valorizzazione del ruolo sussidiario degli Ordini e l’adeguamento della formazione alle nuove tecnologie e ai nuovi bisogni di salute”.

“Ci auguriamo – conclude Anelli – che il DDL sia presto sottoposto al Parlamento per una rapida approvazione. Quello che occorre, ora, è un piano strutturale di investimento sul capitale umano, come lo è stato il PNRR per le strutture e le infrastrutture, che aumenti la capacità del Servizio sanitario nazionale di attrarre e trattenere i suoi professionisti”.

 

Anaao Assomed: “Finalmente…”

“Finalmente la norma sulla responsabilità medica in caso di colpa grave diventa strutturale e sopratutto si iniziano a definire nero su bianco e in maniera organica i limiti della procedibilità sul medico. L’approvazione oggi in Consiglio dei Ministri del ddl delega è un risultato importante – commenta il Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed Pierino Di Silverio – ottenuto anche grazie alla costante azione dell’Anaao”.

“Vogliamo anzitutto ringraziare il Ministro della Salute, Orazio Schillaci – prosegue Di Silverio – che con grande tenacia ha portato avanti, nonostante i numerosi rinvii, una battaglia di civiltà, un impegno preso pubblicamente non più tardi di tre mesi fa in occasione del nostro convegno sulla colpa medica”. E’ un risultato dovuto per tutti quei colleghi che sono stati messi alla gogna da vari tribunali per poi essere scagionati: ricordiamo infatti che 1 medico su 3 ha subito una denuncia penale e/o civile, ma solo il 3% viene condannato. Ci teniamo però a ribadire con forza che non si tratta di un provvedimento corporativo, che garantisce l’impunità ai medici, bensì assicura ai cittadini di essere curati da personale che opera in maggiore tranquillità”.

“Questo provvedimento rappresenta solo un primo passo che va ora completato da un iter legislativo. Ci aspettiamo che a questo grande e importante segnale segua una profonda riforma della responsabilità medica degna di un paese civile”.

CIMO-FESMED: “Bene approvazione, ma sbagliato parlare di scudo penale”

«Accogliamo con cauta soddisfazione l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del Ddl Delega sulle professioni sanitarie che prevede, tra le altre cose, la limitazione della responsabilità penale alla sola colpa grave – dichiara dal canto suo Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED -. Tuttavia, nel testo che abbiamo visionato è assente la definizione di colpa grave, che sarà qualificata di volta in volta dal giudice. C’è dunque il rischio che, nel concreto, in caso di contenzioso per i medici non cambi nulla: il medico dovrà comunque affrontare un processo e il giudice dovrà stabilire se una certa condotta colposa ha il carattere della gravità, tenendo anche conto della carenza di personale, della limitatezza delle conoscenze scientifiche, della concreta disponibilità di terapie adeguate, delle situazioni di urgenza o emergenza, ecc. Per questo riteniamo fuorviante la definizione di scudo penale: di fatto, non c’è alcuno scudo. La Commissione Nordio, invece, nella sua proposta di riforma della responsabilità professionale, aveva quantomeno tentato di delineare le fattispecie in cui il professionista sanitario è chiamato a rispondere per colpa grave».

«Apprezziamo poi la volontà di prevedere incentivi in favore del personale sanitario e la razionalizzazione delle attività amministrative volte all’ottimizzazione dei tempi di lavoro – aggiunge Quici – ma nutriamo delle perplessità in merito all’intenzione di rivedere l’apparato sanzionatorio disciplinare, che nel rapporto di lavoro dipendente è materia di competenza contrattuale, e alla proposta di introdurre forme di lavoro flessibile per gli specializzandi. Su questi temi ci riserviamo di leggere nel dettaglio i decreti legislativi prima di esprimere un parere più articolato».

FNOPI: “Riordino delle professioni sanitarie passo nella giusta direzione”

La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, infine, accoglie con soddisfazione l’approvazione in CdM del ddl sul riordino delle professioni sanitarie. Già nel corso dell’indagine conoscitiva alla Camera, la Federazione aveva evidenziato l’importanza di introdurre misure volte a rafforzare il personale sanitario e valorizzarne la professionalità, le competenze e la formazione specialistica, anche attraverso un maggiore coordinamento, formale e sostanziale, delle norme vigenti. Secondo la Federazione, ”alla luce delle versioni attualmente disponibili del testo, il ddl va nella giusta direzione, con l’auspicio che il relativo iter parlamentare prosegua speditamente, garantendo il pieno coinvolgimento delle professioni infermieristiche e delle altre professioni sanitarie”.

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