E’ molto probabile che chi soffre di depressione maggiore sottoponendosi ad un test di misurazione del glutatione scoprirà di averne i valori alterati. Una meta-analisi pubblicata su PsychopharmacologyPsychopharmacology da Charlie J. M. Bell del King’s College London, insieme a Mehta, Mirza, Young e Beck, infatti, ha individuato una correlazione tra il disturbo mentale e i valori di questo antiossidante. In particolare, questo lavoro evidenzia come i pazienti con depressione maggiore abbiano livelli significativamente inferiori di glutatione (GSH) nella corteccia occipitale, rispetto ai soggetti sani.
Il glutatione è l’antiossidante più abbondante nel cervello e protegge le cellule nervose dai danni ossidativi neutralizzando i radicali liberi. Uno squilibrio tra molecole ossidative e antiossidanti può danneggiare le cellule, contribuendo allo sviluppo o al peggioramento di malattie, inclusi i disturbi neuropsichiatrici.
I ricercatori hanno analizzato otto studi a cui hanno preso parte 230 pazienti affetti da depressione maggiore e 216 (di controllo) sani. I valori presi in esame sono stati misurati tramite spettroscopia di risonanza magnetica protonica (¹H‑MRS) in due regioni cerebrali: corteccia occipitale e corteccia mediale frontale. Ecco qual è il risultato chiave: nella corteccia occipitale, il livello di GSH era significativamente più basso nei pazienti depressi (Hedges’ g = −0.98; 95% CI −1.45, −0.50; p < 0.001). Nella corteccia mediale frontale e nell’analisi combinata tra diverse aree, non sono state riscontrate differenze significative.
Questi dati rafforzano l’ipotesi che lo stress ossidativo contribuisca alla patogenesi della depressione, suggerendo che il glutatione cerebrale possa diventare un bersaglio terapeutico innovativo. Tuttavia, gli autori avvertono che la meta-analisi è limitata dal numero relativamente piccolo di studi e dalla loro eterogeneità metodologica.
Per il futuro, gli scienziati suggeriscono di ampliare la ricerca con nuovi studi di alta qualità in regioni cerebrali diverse, per verificare se il decremento di GSH sia generalizzato o zona-specifico. Per gli autori della ricerca potrebbe essere interessante anche intraprendere nuove analisi mirate allo sviluppo di farmaci in grado di potenziare il sistema antiossidante cerebrale, per testarne l’efficacia nel trattamento della MDD.
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