Scegliere la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano non fa bene solo al cuore, ma anche al cervello. Che pedalare sia un vero toccasana contro le patologie neurodegenerative lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, che ha analizzato i dati di quasi mezzo milione di adulti per esplorare la relazione tra il mezzo di trasporto abituale e il rischio di sviluppare demenza. Secondo gli scienziati andare in bici è la buona abitudine che più di tutte sembra ridurre il rischio di Alzheimer, demenza senile e demenza precoce, più della camminata, della guida o dell’utilizzo del trasporto pubblico.
Il lavoro è firmato dal team della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan (Cina), che ha incrociato i dati di 479.723 persone, con un’età media di 56,5 anni e senza diagnosi di demenza al momento dell’inclusione nello studio, tutti partecipanti alla UK Biobank, uno dei più grandi database sanitari al mondo. Nel corso di 13 anni di follow-up, i ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche dei partecipanti, valutando l’eventuale insorgenza di demenza e mettendola in relazione al mezzo di trasporto abituale dichiarato: bicicletta, camminata, automobile o autobus.
I dati non lasciano dubbi: spostarsi regolarmente in bicicletta offre diversi benefici. Innanzitutto, è stato rilevato un rischio significativamente più basso di demenza rispetto a chi cammina, guida o usa mezzi pubblici. Ancora, un volume maggiore dell’ippocampo, l’area cerebrale chiave per la memoria e una delle prime a essere colpite dalla neurodegenerazione. Il beneficio è stato osservato per tutti i tipi di demenza analizzati: Alzheimer, demenza senile e demenza a esordio precoce.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato