Salute 14 Maggio 2025 17:15

Neglect e afasia post ictus, le prime linee guida per diagnosi e cura

Realizzate due linee guida dalla Società italiana di neuropsicologia (Sinp) in collaborazione con altre 13 società scientifiche e associazioni di utenti, presentate all'Iss
di I.F.
Neglect e afasia post ictus, le prime linee guida per diagnosi e cura

Il neglect, che induce a non accorgersi più di tutto ciò che si trova in una parte dello spazio, e l’afasia, che rende incapaci di esprimersi mediante la parola, sono tra i principali problemi a lungo termine che colpiscono le persone che hanno avuto un ictus. Nonostante la loro evidente incidenza, diagnosi e terapia di entrambi i disturbi, risultano spesso difficili per la mancanza di punti di riferimento che orientino gli operatori sanitari. Per cercare di colmare la lacuna sono state realizzate due linee guida, frutto del lavoro della Società italiana di neuropsicologia (Sinp) in collaborazione con altre 13 società scientifiche e associazioni di utenti e del supporto finanziario della Fondazione Gianfranco Salvini Ets, presentate oggi durante un workshop nella sede dell’Istituto superiore di sanità. “In Italia i nuovi casi di ictus sono circa 200mila ogni anno – sottolinea il presidente dell’Iss, Rocco Bellantone – . Il dato di prevalenza ci dice che attualmente le persone che vivono con un esito disabilitante di ictus in Italia sono circa 913mila. Questi dati epidemiologici spiegano bene perché è necessario affrontare le conseguenze neurologiche psicologiche e sociali di questa patologia”.

Le linee guida

I documenti, realizzati seguendo il manuale del Cnec, Centro nazionale eccellenza clinica qualità e sicurezza delle cure dell’Iss, contengono indicazioni per identificare standard minimi per diagnosi e trattamento, migliorare la qualità della riabilitazione, favorire l’applicazione di pratiche basate su prove scientifiche, offrire un supporto concreto agli operatori sanitari e in definitiva migliorare la qualità della vita di pazienti e famiglie. “Le conseguenze cognitive e comunicative dell’ictus, come l’afasia e il neglect spaziale, sono altamente invalidanti e incidono profondamente sulla qualità della vita delle persone colpite e delle loro famiglie – spiega Mauro Mancuso, direttore Area dipartimentale Medicina fisica e riabilitativa Azienda Usl Toscana Sud Est -. Secondo il Rapporto 2018 dell’Osservatorio Ictus Italia, i costi diretti per il Servizio sanitario nazionale ammontano a circa 16 miliardi di euro all’anno, ai quali si aggiungono circa 5 miliardi di euro a carico delle famiglie. In questo scenario, le Linee guida per la riabilitazione della persona con esiti conseguenti a ictus rappresentano uno strumento essenziale per garantire appropriatezza, equità e qualità nelle cure riabilitative”.

Il neglect

“L’eminegligenza spaziale, il cosiddetto neglect – descrive l’Iss – è un disturbo a lungo termine che può colpire fino all’80% di chi ha avuto un ictus all’emisfero destro e che porta i pazienti a non accorgersi più di tutto ciò che si trova in una parte dello spazio (di solito la sinistra), anche se la vista e gli altri sensi funzionano normalmente. Può essere sensoriale, motorio o immaginativo, riguardare diverse porzioni dello spazio (personale, peri-personale, extra-personale) e ha un notevole impatto sulla vita quotidiana, anche sull’efficacia della riabilitazione allungando i tempi di recupero”.

L’afasia

Anche i deficit afasici del linguaggio rappresentano una delle principali conseguenze di un ictus, che compromettono in maniera cruciale la qualità della vita della persona colpita e della sua famiglia. La prevalenza mediana dell’afasia in fase acuta è pari a circa il 30% dei pazienti con ictus di qualunque origine. La prevalenza aumenta quando si considerano solo i pazienti con lesione emisferica sinistra (69%). La riabilitazione della persona con disturbi del linguaggio comporta scelte complesse che riguardano aspetti fondamentali, come il tipo di trattamento, l’integrazione fra trattamenti, la modalità, la durata e l’intensità del trattamento, ma di fronte a queste scelte il riabilitatore non ha punti di riferimento chiari. A livello clinico, una delle implicazioni negative di questo è l’estrema diversità della gestione del trattamento della persona afasica nel nostro Paese, tale che in alcune aree la riabilitazione è fornita in modo non dissimile da altre realtà europee, mentre in altre non è di fatto possibile accedervi all’interno del Ssn, come segnalato anche dalle organizzazioni dei pazienti e delle loro famiglie.

Le raccomandazioni

La stesura delle linea guida ha permesso di elaborare quattro raccomandazioni, di cui tre per il paziente con ictus e una per il paziente con afasia progressiva. Nel paziente con ictus è raccomandato il trattamento logopedico da parte di professionisti in fase sia acuta che cronica, in questo secondo caso specie combinato con la stimolazione non invasiva. Nel paziente con afasia progressiva si suggerisce il trattamento con neuromodulazione non invasiva in combinazione con il trattamento logopedico o il solo trattamento logopedico. “La promozione e il finanziamento delle linee guida e la loro pubblicazione rientrano appieno nella missione della Fondazione e dei suoi fondatori – afferma Antonio Boncompagni, direttore generale della Clinica di riabilitazione toscana, fondatrice della Fondazione Gianfranco Salvini Ets – La loro avvenuta validazione permette di dotare i professionisti della riabilitazione di elementi utili ad ottimizzare, da tutti i punti di vista, l’assistenza ai pazienti sulla base di un bilancio trasparente ed approfondito dei benefici e dei rischi tra i vari possibili percorsi riabilitativi attraverso un’analisi ed un rigore scientifico. La realizzazione di queste linee guida sono solo una piccola risposta alle esigenze, ma comunque rappresentano un concreto passo avanti ed un esempio virtuoso per il futuro”.

 

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