La scarsa qualità dell’aria è il principale fattore di rischio ambientale di morte precoce, con una stima di otto milioni di decessi all’anno a livello globale. I numeri sono emersi da una recente analisi della Banca Mondiale e del World Economic Forum. Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che quasi tutti gli organi del corpo possono essere colpiti dall’inquinamento atmosferico e che, a causa delle loro piccole dimensioni, alcuni inquinanti penetrano nel flusso sanguigno attraverso i polmoni e circolano in tutto il corpo, portando a infiammazioni sistemiche e tumori. Eppure, una soluzione ci sarebbe: riducendo drasticamente le emissioni di gas serra, entro il 2050, si potrebbero evitare fino a 250mila morti l’anno da cattiva qualità dell’aria, tra Europa centrale e occidentale. La stima arriva da uno studio condotto da scienziati dell’Università di Leeds e sulla rivista Earth’s Future.
L’esposizione all’inquinamento atmosferico può provocare ictus, cardiopatia ischemica, malattie cardiovascolari, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro ai polmoni, polmonite, diabete, deterioramento cognitivo, demenza e malattie neurologiche. Le stime della mortalità futura in Europa dovuta all’inquinamento atmosferico raggiungono spesso le centinaia di migliaia di persone all’anno. L’équipe ha esaminato l’impatto sulla salute in Europa nel 2014 e nel 2050 dell’esposizione al particolato fine nocivo, che può penetrare in profondità nei polmoni, e all’ozono che si forma quando la luce solare interagisce con alcuni inquinanti come gli ossidi di azoto.
Prendendo in esame il 2014, i ricercatori hanno scoperto che il particolato fine era generalmente più alto nell’Europa centrale e orientale rispetto all’Europa occidentale, con concentrazioni particolarmente elevate nella Pianura Padana in Italia, in Bosnia-Erzegovina e nella Polonia meridionale. Partendo da questi dati, gli esperti hanno ipotizzato tre scenari, con livelli bassi, medi e alti di azione da parte dei politici per combattere il cambiamento climatico. È emerso che un livello di azione elevato di riduzione degli inquinanti nell’aria, che includa anche riduzioni delle emissioni agricole oltre che il settore abitativo, dei traporti e industriale, porterebbe a miglioramenti della qualità dell’aria in tutto il continente, nonché a un miglioramento dell’equità e a riduzioni molto più consistenti della mortalità in generale.
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