Salute 2 Luglio 2024 17:18

Carcinoma uroteliale, via libera a monoterapia orale dal Chmp dell’Ema

L'autorizzazione all'immissione in commercio riguarda erdafitinib, un trattamento per pazienti adulti con carcinoma uroteliale non resecabile o metastatico, che presentano alterazioni genetiche FGFR3 sensibili
Carcinoma uroteliale, via libera a monoterapia orale dal Chmp dell’Ema

Janssen-Cilag International, società di Johnson & Johnson, ha annunciato che il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio di erdafitinib come monoterapia orale una volta al giorno per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma uroteliale non resecabile o metastatico, che presentano alterazioni genetiche FGFR3 sensibili e che hanno ricevuto in precedenza almeno una linea di terapia contenente un inibitore di PD-1 o PD-L1 nel trattamento non resecabile o metastatico. Erdafitinib è la prima terapia mirata a ricevere una raccomandazione positiva del Chmp in questa popolazione di pazienti” .

L’Europa ha uno dei tassi di cancro alla vescica più alti al mondo, con quasi 225mila pazienti diagnosticati nel 2022 , che rappresentano un aumento del 10% rispetto al 2020. La forma più comune di cancro alla vescica è il carcinoma uroteliale e fino al 20% dei pazienti con UC metastatico (mUC) presenta alterazioni di FGFR. Sfortunatamente, la prognosi rimane sfavorevole per i pazienti con mUC, con solo l’8% delle persone diagnosticate in uno stadio metastatico avanzato che sopravvive per cinque anni o più.

“Le alterazioni di FGFR sono importanti fattori oncogenici nel carcinoma uroteliale e possono essere associate a esiti clinici sfavorevoli – spiega Yohann Loriot, dell’Institut Gustave Roussy e Università di Parigi-Saclay, Francia -. Poiché miriamo a ottimizzare i risultati del trattamento per i pazienti, vi è un significativo bisogno insoddisfatto di nuove terapie mirate che consentano di prendere decisioni terapeutiche personalizzate in base alle caratteristiche genetiche e patologiche individuali del paziente”, conclude Loriot.

 

 

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