Salute, benessere e prevenzione i consigli quotidiani per vivere meglio.

Ricerca 12 Gennaio 2024

Demenze, vivere con un animale domestico rallenta il declino cognitivo

Le demenze non sono esclusive della terza età: possono avviarsi già intorno ai 30 anni. Dall’Olanda i quattro fattori di rischio ad insorgenza precoce

Immagine articolo

Non solo anziani: le demenze colpiscono anche gli under 65 in maniera crescente. Il declino cognitivo, infatti, può avviarsi già intorno ai 30 anni e senza segnali apparenti. Tuttavia, così come rivelato da un nuovo studio pubblicato su ‘Jama Neurology’, la demenza ad esordio giovanile è associata a quattro specifici fattori di rischio che, se individuati immediatamente, potrebbero permettere di compiere azioni preventive. La ricerca, guidata da Stevie Hendriks della Maastricht University in Olanda, ha analizzato i dati relativi a più di 360mila individui della UK Biobank, seguiti per 8 anni.

Meno del 2% delle demenze ha un esordio precoce

Durante il trial i casi di demenza ad esordio precoce sono risultati circa 17  all’anno ogni 100mila persone. La maggioranza dei ‘giovani’ colpiti aveva tra i 40 ed i 50 anni. Ma i quattro fattori di rischio, potenzialmente modificabili, specificamente associati all’insorgere della demenza prima dei 65 anni, sono risultati essere: bassi livelli di vitamina D, ipotensione ortostatica (ossia l’ abbassamento forte e rapido della pressione sanguigna nell’alzarsi e cambiare posizione), un aumento della  proteina C reattiva nel sangue che indica infiammazione, vivere isolati socialmente. “In particolare abbiamo osservato che livelli inferiori alla norma di vitamina D – che ha un effetto neuro-protettivo e al contrario alti di proteina C reattiva,  sembrano predire le probabilità di demenza giovanile”, dicono i ricercatori. Gli studiosi auspicano che quando i dati verranno validati da esperti esterni, questi ed altri fattori di rischio potranno essere incorporati in una strategia preventiva delle demenze.

Come rallentare il declino cognitivo

Vivere con un animale domestico rallenta il declino cognitivo negli adulti con più di 50 anni che vivono soli. L’influenza positiva sulla memoria dei ‘pets’, infatti, è  molto simile al convivere con un partner o altre persone. A dimostrarlo, un vasto studio britannico, pubblicato su ‘Jama Neurology’, che fa parte della ricerca longitudinale sull’invecchiamento. I ricercatori hanno osservato che nei volontari esaminati, circa 8 mila persone dai 50 anni in su, non c’era alcuna differenza nella velocità di diminuzione delle facoltà mentali, in particolare quelle verbali, tra chi condivideva la propria esistenza con un cagnolino o un gattino e chi conviveva con altre persone. Al contrario, l’isolamento sociale e proprio il vivere in casa da soli sono considerati fattori che aumentano le probabilità di andare incontro alla demenza. Gli studiosi, dunque, hanno concluso che “avere un animaletto domestico contrasta la velocità del declino nella memoria verbale e nella fluenza di linguaggio nelle persone che vivono sole”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Airc, 60 anni di attività: tornano i ‘Giorni della ricerca’ e i Cioccolatini della solidarietà

Dalle piazze italiane ai media, fino al Quirinale, un calendario ricco di eventi per informare, sensibilizzare e raccogliere fondi a favore di oltre 5.400 ricercatori
di Redazione
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Sanità

GIMBE: Nonostante gli aumenti, il Fondo sanitario scende al 5,9% del PIL

Aggiunti alla sanità € 2,4 miliardi nel 2026 e € 2,65 miliardi nel 2027 e nel 2028. Nel 2028 il fondo sanitario arriverà a € 145 miliardi e secondo l'analisi indipendente ...
di Redazione
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Salute

Capelli bianchi: non solo un segno del tempo, ma un meccanismo di difesa contro il cancro

Secondo uno studio dell’Università di Tokyo i capelli bianchi rappresentano una risposta difensiva delle cellule staminali dei melanociti del bulbo pilifero a gravi danni al DNA
di Isabella Faggiano