Lavoro e Professioni 3 Giugno 2015 17:22

Il mondo delle assicurazioni, extra moenia

Quel "pasticciaccio brutto" dell'obbligo assicurativo
di Assicurazione

Sono un ginecologo del Ssn ed ho deciso dall’inizio di quest’anno di passare all’attività in extra-moenia. Dopo aver iniziato questa attività presso uno studio medico condiviso con alcuni miei colleghi ho deciso di stringere un rapporto di collaborazione professionale con una struttura sanitaria privata. Purtroppo il contratto di collaborazione non è stato ancora attivato in quanto la Direzione amministrativa della clinica mi ha chiesto di esibire la mia polizza di assicurazione professionale, polizza che io non ancora stipulato soprattutto per il suo costo molto elevato. Mi era parso di aver letto che l’obbligo della assicurazione fosse stato ancora prorogato per effetto di un parere di un autorevolissimo Organo dello Stato. Le chiedo: ma allora come sta effettivamente la situazione?

Le risparmio la lunga storia del “pasticciaccio brutto“ che il legislatore è stato capace di mettere in piedi  in quattro anni di pensamenti e ripensamenti (giusti) i quali, come nel più classico “gioco dell’oca”, ci hanno in pratica riportato al 13 agosto 2011, il giorno della emanazione della norma sulla obbligatorietà dell’assicurazione professionale. In effetti un parere espresso dal Consiglio di Stato ha, correttamente, stabilito che non può esserci valido obbligo ad assicurarsi se ancora non si sa quali siano i limiti e le modalità di funzionamento di questa assicurazione. Pertanto ad oggi (poiché la legge non  ha ancora regolamentato questi aspetti) l’obbligatorietà non esiste. Tuttavia questo aspetto poco  o nulla riguarda la sua situazione. La richiesta della Clinica privata ove Lei vorrebbe operare si basa infatti  su un rapporto privatistico. Evidentemente la Clinica  privata intende tutelarsi da eventuali rischi di richieste di terzi  che potrebbero coinvolgere la stessa in quanto riferite a prestazioni sanitarie fornite da Lei nell’ambito della struttura stessa. Mi sembra che si tratti di una cautela, oltre che legittima, anche comprensibile. Mi lasci comunque concludere che, a parte l’obbligo di legge (che prima o poi arriverà) e a parte l’eventuale obbligo proveniente dalla richiesta della struttura privata, rimane il fatto che l’assicurazione dovrebbe  essere considerata dal medico una opportunità più che una costrizione. Certamente questa diversa sensibilità verso l’assicurazione crescerà nel medico (soprattutto nei giovani medici)  quanto più equo sarà il suo costo.

Ennio Profeta – Consulente SanitAssicura 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Malattie croniche: cala la mortalità in Italia, ma i progressi rallentano

Lo studio internazionale pubblicato su The Lancet mostra un calo del 30% della probabilità di morire prima degli 80 anni per un italiano a causa di patologie croniche tra il 2000 e il 2019
Sanità

La tempesta estiva del NITAG: agosto 2025 tra nomine, polemiche e revoche

Quello che avrebbe dovuto essere un normale atto amministrativo, la nomina dei nuovi membri del NITAG – il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – si è trasformato ...
Prevenzione

Pertosse, il ritorno inatteso: cosa ci insegna l’epidemia del 2024 in Toscana

Dopo anni di silenzio durante la pandemia, la pertosse è tornata con forza. Uno studio del Meyer di Firenze pubblicato su Eurosurveillance rivela come ritardi nei richiami e scarsa adesione all...
Salute

Disturbi mentali, ne soffre oltre un miliardo di persone. Oms: “Una sfida di salute pubblica”

Lo stato dell'arte nei due nuovi rapporti diffusi oggi dall’Oms: World mental health today e Mental health atlas 2024
di I.F.