Salute 11 Maggio 2023 07:15

Calabria, i pazienti diventano “sentinelle” della sanità: 90 associazioni in rete sul territorio

90 associazioni di pazienti guidati da Rubens Curia, dirigente medico in pensione creano un modello ideale di Sanità per migliorare la medicina territoriale, le strutture sanitarie intermedie e la rete ospedaliera.

Calabria, i pazienti diventano “sentinelle” della sanità: 90 associazioni in rete sul territorio

Si chiama Comunità competente ed è una rete informale di oltre 90 associazioni di pazienti, fondazioni, comitati di cittadini che si battono per una sanità a misura di persona in Calabria. Un progetto che si fonda sulle competenze degli operatori sanitari e con vissuto esperienziale dei pazienti e delle associazioni dei familiari.

Una comunità competente di pazienti, operatori sanitari e familiari

Nata nel 2019 a Lamezia Terme, la comunità ha sottoscritto,  nello stesso anno, le linee guida per valorizzare la medicina territoriale, le strutture sanitarie intermedie e la rete ospedaliera. Guidata da Rubens Curia, medico e scrittore, autore di due libri “Manuale per una Riforma della Sanità in Calabria” e  “Per una Sanità partecipata”, la Comunità Competente calabrese, unica nel suo genere, ha l’obiettivo di portare ai tavoli istituzionali  – tramite documenti ed iniziative condivise –  progetti e proposte, e sollecitarne la realizzazione.

I numeri (negativi) della sanità calabrese

«La Calabria è in emergenza e il diritto alla salute è sempre meno garantito –  dice  a Sanità informazione Rubens Curia, medico in pensione, con alle spalle una lunga carriera come  MMG, Ospedaliero e dirigente della prevenzione per la Regione –. I ticket sono più elevati anche del prezzo delle prestazioni, le liste d’attesa interminabili, le famiglie lasciate sole ad assistere persone con disabilità». Una realtà difficile confermata anche dai numeri. «Il 70% degli ultrasessantacinquenni calabresi quando si frattura un femore deve  attendere più di 48 ore per essere operato. Solo 1,4% degli anziani usufruiscono delle cure domiciliari contro il 7,2% dei veneti – fa notare Curia -. L’aspettativa di vita in buona salute in Calabria è di 52 anni contro i 69 di Bolzano. Gli operatori sanitari lavorano in strutture fatiscenti con tecnologie obsolete e la manutenzione assente».

Le sentinelle della salute pubblica

Una situazione difficile a cui la Comunità Competente vuole porre fine. Per questo ha portato ai tavoli istituzionali una serie di proposte ( a partire dal 2019) e monitorato che gli impegni presi si traducessero in progetti e venissero messi a terra. «Uno dei nostri obiettivi – riprende il portavoce – è di arrivare ad una nuova cultura della tutela della salute per un migliore accesso ai servizi, nelle cure e la promozione del benessere».

Le reti sociali secondo la Comunità Competente

L’attivazione di reti sociali garantirebbe poi una presa in carico della persona a 360 gradi grazie a percorsi di cura e servizi sul territorio. «Per riannodare il rapporto di fiducia che si era interrotto tra i calabresi e il servizio sanitario regionale, abbiamo lavorato in molteplici direzioni – sottolinea -. A cominciare dalla trasparenza della gestione dell’Azienda Sanitaria con la pubblicazione degli obiettivi e all’istituzione di un portale dei servizi sanitari della Calabria che deve rappresentare lo strumento principale per la corretta informazione sanitaria dei pazienti, dei medici di medicina generale e degli altri operatori del Servizio Sanitario Regionale».

Le proposte avanzate per il territorio

Una delle richieste avanzate è l’istituzione dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale.  «Puntiamo ad una sorveglianza attiva della salute della popolazione e una programmazione sanitaria aderente ai bisogni della gente. La medicina territoriale produce oltre il 60% annuo di accessi al Pronto Soccorso e 30 ricoveri ospedalieri su mille inappropriati all’anno – fa notare -. Per arginare questo fenomeno sarebbe opportuno dare vita a Percorsi diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA), affinché nessun paziente, soprattutto cronico con situazioni di comorbidità, fragilità e non autosufficienza, rimanga indietro». Tra le richieste avanzate dalla Comunità Competente anche una implementazione dei Consultori Familiari con lo sviluppo del progetto obiettivo materno-infantile (POMI) e l’istituzione delle case di maternità.

Consultori e screening il primo traguardo raggiunto

Il programma, presentato dalla Comunità Competente nel 2019, non è rimasto solo un “libro dei sogni”.  Alcuni traguardi sono già stati raggiunti come sottolinea Rubens Curia. «Con perseveranza e impegno abbiamo ottenuto lo screening al colon retto all’Asl di Reggio Calabria. Reso operativo il consultorio a San Giovanni in Fiore e l’approvazione di tre unità operative complesse di neuropsichiatria infantile per Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Ora monitoreremo che vengano realizzate». I nodi ancora da sciogliere riguardano le liste d’attesa: «drammatiche in alcune realtà»  e la migrazione sanitaria che ha raggiunto in Calabria un tetto di 308 milioni di euro di mobilità passiva nel 2019. «Oggi è di 200 milioni, ma dobbiamo invertire la rotta; per questo cerchiamo di sollecitare la formazione di medici e specializzandi in loco e l’assunzione di psicologi, assistenti sociali e ostetriche» conclude.

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