Professioni Sanitarie 23 Gennaio 2023 12:01

Correggono bozze e scrivono articoli: ecco come i giovani con DSA migliorano le proprie competenze divertendosi

Pasqua (logopedista): «Oltre al consueto percorso terapeutico, è molto utile inserire i ragazzi con DSA in contesti più stimolanti che possano essere anche fonte di ispirazione e di autoefficacia. Ne sono un esempio la “Redazione ragazzi” per la correzione di bozze di libri e il “Giornalino” per la stesura di veri articoli giornalistici»

Dal 2010, i Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono riconosciuti dalla legge, la n.170. Il testo, all’articolo 5 si focalizza sulle misure educative e didattiche di supporto e riporta che «gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari». Ma gli strumenti compensativi e dispensativi non sono gli unici che, bambini e ragazzi che soffrono di Disturbi specifici dell’apprendimento, hanno a disposizione per migliorare se stessi. «È sicuramente utile, oltre al percorso terapeutico cucito su misura, sulle esigenze del singolo paziente, inserire i ragazzi in contesti più stimolanti che possano essere anche fonte di ispirazione e di autoefficacia – spiega Eleonora Pasqua, logopedista e formatore del CRC (Centro Ricerca e Cura) -. Ne è un esempio la “Redazione ragazzi”, in cui i giovani con DSA in cura presso il nostro Centro collaborano alla correzione di bozze di libri».

Piccoli correttori di bozze crescono

Partecipando alla “Redazione ragazzi” i piccoli pazienti possono arricchire le loro conoscenze lessicali, morfologiche e morfosintattiche. «Dopo la correzione, le bozze vengono discusse nel corso di una riunione con la capo redattrice della casa editrice – continua Pasqua -. Sui libri, successivamente pubblicati, sarà stampato anche il nome dei ragazzi che avranno partecipato alla correzione della bozza. È un progetto molto interessante perché permette ai ragazzi non solo di sperimentarsi, ma anche di essere protagonisti di processi per loro molto complessi, come la lettura e la comprensione di un libro. Poi, è fonte di gratificazione: questi libri, che riportano i loro nomi, sono realmente in libreria e possono essere letti e acquistati da chiunque lo desideri»,

I DSA in cifre

Stando alle più recenti stime, gli alunni a cui è stato diagnosticato un DSA è pari al 5,4% del numero complessivo di coloro che frequentano la scuola in Italia. Oltre 48 mila frequentano il terzo, quarto e quinto anno della scuola primaria, 107.389 quella secondaria di I grado e 171.137 la scuola secondaria di II grado. I DSA sono disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione. In base alla difficoltà specifica che comportano, si dividono in: dislessia (disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo), disortografia (disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica), disgrafia (disturbo specifico della grafia che si manifesta con una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura) e discalculia (disturbo specifico dell’abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri).

Il “Giornalino”

«Un’altra delle attività che svolgiamo all’interno del nostro Centro è quella finalizzata alla realizzazione del “Giornalino” – racconta Valentina Belli, logopedista del CRC -. Per i ragazzi con DSA la possibilità di realizzare un giornale è senza dubbio stimolante. Ogni bambino ha la possibilità di scegliere un argomento che preferisce, utilizzare gli strumenti compensativi ai fini di questa ricerca, per poi redigere il proprio articolo. Il giornale, come la correzione di bozze, rappresenta un’attività stimolante che può accrescere i sensi di autostima e di autoefficacia dei piccoli pazienti. È un’alta motivazione allo studio, che permette di riscoprire conclude la professionista sanitaria – il piacere della lettura e della scrittura, spesso offuscati dalle difficoltà a cui chi è affetto da DSA deve costantemente far fronte».

 

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