Con l’arrivo del primo freddo, tornano le malattie delle prime vie respiratorie. Influenza, Covid e Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) rappresentano una minaccia per i pazienti fragili, che necessitano di protezione attraverso la vaccinazione. “I dati sull’influenza provenienti dall’emisfero australe sono preoccupanti, con un aumento del 70% delle infezioni e del 50% delle ospedalizzazioni. Fondamentale proteggere la popolazione con campagne vaccinali adeguate”, sottolinea Roberto Parrella, Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT). In Campania, le coperture vaccinali restano ancora insoddisfacenti. Negli anziani, la percentuale di vaccinazioni contro l’influenza si è fermata al 49,2%, inferiore alla media nazionale. “Il rischio – avverte Parrella – è che la circolazione del virus influenzale si combini con quella di altri virus respiratori, in particolare SARS-CoV-2 nelle sue nuove varianti e il RSV, con gravi conseguenze per i pazienti fragili. Dobbiamo migliorare subito la copertura vaccinale, anche valutando soluzioni per portare la prevenzione direttamente dove il paziente già si reca per le proprie patologie croniche o acute”.
Durante il IX Workshop nazionale “Hot Topics in infettivologia” (7 e 8 ottobre-Napoli) sono stati affrontati temi centrali per la sanità pubblica: dalla gestione dell’HIV, alla lotta alle epatiti, l’importanza dei vaccini e il contrasto all’antimicrobico resistenza. “L’antimicrobico resistenza richiede strategie precise per l’uso dei nuovi antibiotici, in particolare nel trattamento di polmoniti, sepsi, endocarditi e infezioni complesse”, spiega Parrella. Sul fronte HIV, i lavori del workshop hanno affrontato percorsi terapeutici innovativi, strategie personalizzate e farmaci long-acting, mentre in ambito epatologico sono state approfondite le novità su HCV, HDV e prevenzione della riattivazione dell’HBV nei pazienti in terapia immunosoppressiva.
Il filo conduttore dei lavori è stato l’approccio multidisciplinare, sempre più richiesto per assicurare cure integrate e di qualità. Microbiologi, igienisti, epatologi, geriatri e medici di medicina generale collaborano per sviluppare programmi che migliorino l’assistenza ai pazienti più fragili. “Il coinvolgimento di diverse figure professionali – conclude Parrella – è fondamentale per garantire una gestione completa e tempestiva, dall’ospedale al territorio, dei pazienti a rischio”.
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