Nutri e Previeni 17 Novembre 2025 10:03

Tumori del colon-retto a esordio precoce: cresce il peso degli alimenti ultra-processati

Uno studio pubblicato su Jama Oncology evidenzia un’associazione tra consumo di alimenti ultra-processati e comparsa di adenomi intestinali nelle persone sotto i 50 anni

di Isabella Faggiano
Tumori del colon-retto a esordio precoce: cresce il peso degli alimenti ultra-processati

Negli ultimi decenni, le diagnosi di cancro del colon-retto in persone con meno di 50 anni sono aumentate in modo costante, soprattutto nei Paesi ad alto reddito. Una curva epidemiologica che ha trovato terreno fertile in un altro trend: la diffusione capillare degli alimenti ultra-processati, passati dal ruolo di eccezione alimentare a quello di abitudine quotidiana. Negli Stati Uniti, oggi rappresentano quasi il 60% dell’apporto energetico quotidiano degli adulti. Questi prodotti – poveri di fibre e micronutrienti, ma ricchi di grassi saturi, zuccheri, dolcificanti e additivi – possono alterare il microbiota intestinale, alimentare uno stato di infiammazione cronica e contribuire ai processi che portano allo sviluppo di tumori del colon-retto.

Lo studio: consumi elevati associati a un rischio maggiore del 45%

Il gruppo di epidemiologi della Harvard T.H. Chan School of Public Health ha analizzato il comportamento alimentare di 29.105 donne, età media 45 anni, seguite per 24 anni. Durante il monitoraggio, sono stati identificati 1.189 adenomi convenzionali a esordio precoce e 1.598 lesioni “seghettate”. Le partecipanti assumevano in media 5,7 porzioni al giorno di alimenti ultra-processati, pari al 34,8% delle calorie quotidiane. Chi consumava più alimenti ultra-processati presentava un rischio di adenomi convenzionali – i polipi che possono evolvere in cancro – superiore del 45% rispetto a chi ne consumava meno. L’associazione non risultava invece significativa per le lesioni seghettate. Il legame, spiegano gli autori, non dipendeva da fattori concorrenti come sedentarietà, sovrappeso, consumo di alcol o diabete. Era l’alimentazione, da sola, a tracciare una linea di rischio più marcata. “I risultati supportano l’importanza di ridurre il consumo di alimenti ultra-processati per contrastare il crescente peso del cancro del colon-retto a esordio precoce – osserva il professor Andrew Chan. L’andamento, aggiunge – è lineare: più ultra-processati si consumano, maggiore è la probabilità che si formino polipi”.

Verso nuove strategie di prevenzione

I dati convergono su un messaggio chiaro e immediato: ridurre l’assunzione di alimenti ultra-processati può essere una misura concreta per limitare la tumorigenesi colorettale nelle fasce più giovani della popolazione. Prevenire significa intercettare i comportamenti alimentari del quotidiano, lavorare sulla consapevolezza e riportare al centro pattern nutrizionali che proteggono il microbiota e l’ambiente intestinale.

L’Europa valuta una tassa sugli ultra-processati

Il tema, tuttavia, non riguarda solo la ricerca ma anche le politiche sanitarie. Una bozza del nuovo piano cardiovascolare dell’Unione Europea – affidato al Commissario alla Salute Olivér Várhelyi – ipotizza l’introduzione, dal 2026, di un’imposta comune su alimenti altamente processati, ricchi di grassi, zuccheri e sale, oltre che sugli alcopops. Un intervento che andrebbe oltre la tradizionale “sugar tax” e rientrerebbe in una strategia più ampia orientata a prevenzione, diagnosi, screening e modifica degli stili di vita. Tra gli obiettivi del piano, anche la riduzione della mortalità cardiovascolare del 20% entro il 2035, il miglioramento del controllo di ipertensione e diabete e il lancio dell’iniziativa “EU cares for your heart” per sostenere i piani nazionali.


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