Settembre porta con sé quaderni nuovi, amicizie ritrovate e anche qualche preoccupazione. Per i 34mila bambini e ragazzi celiaci che frequentano la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, il rientro non riguarda solo compiti e lezioni: a pesare è soprattutto la gestione del pasto senza glutine in mensa, momento di condivisione che rischia di trasformarsi in fonte di ansia ed esclusione.
Prima del 2005, nessuna norma tutelava gli studenti celiaci. È stata la Legge quadro n.123, approvata il 4 luglio di vent’anni fa con il contributo decisivo di AIC, a sancire per la prima volta il diritto al pasto senza glutine nelle mense scolastiche. Oggi in Italia, secondo la Relazione al Parlamento 2023 del Ministero della Salute, 35.298 mense pubbliche – di cui il 70% scolastiche – garantiscono pasti sicuri per gli studenti celiaci. Una conquista che ha reso l’Italia un modello europeo di inclusione. “La mensa scolastica è parte integrante della vita sociale dei giovani – sottolinea Rossella Valmarana, presidente di AIC – e il quadro di tutele offerto dalla Legge 123 rappresenta un esempio virtuoso che pone il nostro Paese all’avanguardia. Dove si registrano ancora criticità, AIC interviene subito per assicurare l’applicazione della norma”.
L’impegno di AIC non si ferma alla legge. Con i fondi del 5 per mille, l’Associazione porta avanti due iniziative che parlano direttamente alle scuole:
“In fuga dal glutine”, pensato per l’infanzia e la primaria, utilizza favole, giochi e quaderni didattici per aiutare i bambini a comprendere cos’è la celiachia e, al tempo stesso, riflettere sulla diversità come valore. Gli insegnanti ricevono formazione dedicata e materiale pronto all’uso.
“A scuola di celiachia”, invece, è rivolto agli Istituti Alberghieri, dove si formano i “ristoratori di domani”. Prevede lezioni teoriche, laboratori pratici e la possibilità di svolgere progetti di Alternanza Scuola-Lavoro in locali certificati dal programma AIC “Alimentazione Fuori Casa”, che oggi conta 4000 esercizi aderenti.
Grazie a queste azioni, la celiachia diventa occasione per educare all’accoglienza e alla responsabilità. La mensa, luogo quotidiano di incontro e socialità, si trasforma così in un laboratorio di inclusione, dove nessuno deve sentirsi escluso dal piacere di mangiare insieme.