Sanità 8 Novembre 2016 10:32

LOMBARDIA. Lettera a Renzi: «Governo non vanifichi il nostro lavoro»

Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Citta’ metropolitana con delega alla ludopatia, ha annunciato l’invio di una lettera, condivisa con tutti i sindaci delle maggiori città lombarde, al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella quale “si esprime – spiega Viviana Beccalossi – la preoccupazione causata dall’orientamento che il Governo sembra voler prendere in tema di contrasto al gioco d’azzardo patologico”.

La lettera, oltre che da Viviana Beccalossi, è firmata da Giorgio Gori (sindaco di Bergamo: “Carissimo Presidente, il tema della ludopatia e del contrasto al gioco d’azzardo patologico – si legge nell’attacco della missiva – è ormai da oltre tre anni al centro dell’azione di governo di Regione Lombardia e di moltissimi Comuni lombardi. Un’azione forte e condivisa che nasce dalla consapevolezza di come questa dipendenza sia una grave piaga sociale da contrastare sia in termini di prevenzione, che di cura e repressione”.

“Infatti – si legge nella lettera – se da una parte appare lodevole il suo intento di eliminare, per esempio, le slot machine da bar e tabaccherie, dall’altra non possiamo sottacere che nelle ‘carte’ del Governo, che riguardano la revisione delle norme riguardanti il gioco d’azzardo, è previsto l’incremento di macchinette mangia soldi in altre tipologie di esercizi commerciali. Così come, sempre a titolo esemplificativo, è altrettanto chiaro che verrebbe a cadere ogni barriera sulla limitazione degli orari in cui è possibile giocare e ogni tipo di divieto riguardante le distanze minime tra il punto in cui verrebbe installata una slot machine e i cosiddetti luoghi sensibili (scuole, oratori, centri per anziani, ospedali)”.

“Mi auguro – spiega Viviana Beccalossi – che il Presidente Renzi sappia cogliere il senso della nostra iniziativa e prenda in considerazione concretamente le istanze non solo di Regione Lombardia, ma di tutti i sindaci che quotidianamente vivono una piaga sociale che, di recente, don Antonio Mazzi non ha esitato a definire l’eroina del terzo millennio”.

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