Salute 9 Ottobre 2023 15:47

PMA, SIRU: «Con inserimento nei Lea le nascite da Procreazione Assistita raddoppieranno»

Guglielmino (SIRU) «In Italia solo alcune regioni sono riuscite ad offrire servizi di PMA con costi a carico del SSN, rispondendo pienamente alla domanda presente nella regione stessa ed attraendo coppie provenienti da altre regioni»
di I.F.
PMA, SIRU: «Con inserimento nei Lea le nascite da Procreazione Assistita raddoppieranno»

La percentuale di bambini nati da Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) potrebbe raddoppiare nel giro di poco tempo, passando dal 2,5% al 5% delle nascite nella popolazione in generale. Secondo la SIRU, la Società Italia della Riproduzione Umana, infatti, con l’inserimento della PMA nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), in vigore dal 1° gennaio 2024, in Italia si verificherà un aumento delle coppie che accederanno a questo tipo di prestazioni. Ed è proprio per fare il punto della situazione sull’effettivo fabbisogno delle coppie italiane che richiedono trattamenti di PMA, che la SIRU ha promosso, oggi a Roma, il Convegno “Procreazione medicalmente assistita e LEA: siamo pronti?”, con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità, riunendo così associazioni di cittadini, Istituzioni e operatori del settore.

I numeri della PMA in Italia

In Italia, a fronte di 65.705 coppie trattate con 80.099 cicli iniziati e la nascita di 11.305 bambini, il numero totale di centri di PMA attivi è pari a 332: il rapporto fra centri pubblici e privati è circa di 1/3 e 2/3 del totale (101 pubblici e 211 privati) mentre costituiscono una piccola minoranza, appena 20, i centri privati convenzionati. Il 61,2% dei cicli iniziati di tecniche di II e III livello con gameti della coppia è effettuato con costo a carico del SSN (33,5% in centri pubblici e 27,7% in centri privati convenzionati). Per quanto riguarda i cicli con donazione di gameti, invece, l’attività è stata svolta per la maggior parte (71,7%) nei centri privati. I centri pubblici e privati convenzionati in grado di eseguire prestazioni a carico del SSN sono presenti solo in alcune regioni.

Rapporto pubblico-privato

La distribuzione regionale che fotografa le politiche sanitarie adottate dalle diverse regioni italiane indica che la presenza di centri pubblici o privati convenzionati è maggiore in alcune regioni del Nord (Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia) e del Centro (Marche e Toscana). I centri privati sono presenti maggiormente in quasi tutte le regioni del Sud e in alcune del Nord (Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna) e del Centro (Lazio). I 20 centri privati convenzionati sono quasi esclusivamente presenti in Lombardia (10) ed in Toscana (5). Tutto ciò si riflette in un ampio ricorso all’extra regione. I pazienti si rivolgono a centri presenti in altre regioni nel 26% dei casi per i cicli iniziati a fresco e, addirittura, nel 37,7% dei casi per i cicli iniziati con gameti provenienti da donazione. Tale migrazione si dirige prevalentemente verso i centri pubblici o privati convenzionati della Lombardia e della Toscana, dove il costo è a carico del SSN.

In alcune regioni servizi insufficienti

«I dati presentati dalla Relazione Ministeriale fotografano un territorio con enormi differenze – afferma il dottor Antonino Guglielmino, Past President SIRU -. Solo alcune regioni sono riuscite ad offrire servizi di PMA con costi a carico del SSN, rispondendo pienamente alla domanda presente nella regione stessa ed attraendo coppie provenienti da altre regioni. Nelle regioni del Centro-Sud e Isole, invece, si evidenzia un’offerta di servizi, in alcune aree assolutamente insufficiente, in gran parte delle regioni totalmente a carico delle coppie e che viene effettuata per una minima quota nei Centri Pubblici e in maggior misura nei centri privati. In queste ultime regioni, ad eccezione della Sicilia che, in minima parte ha potuto godere di un sistema di “copayment”, dovrebbe essere ampliato il servizio pubblico e quello privato convenzionato».

Italia sotto la media europea

In Italia, l’indicatore del numero di cicli effettuati su ogni milione di donne in età fertile (15-46 anni) è più alto nelle regioni del Nord e del Centro, mentre in tutte quelle del Sud l’offerta di cicli è ben al di sotto della media nazionale. A livello nazionale gli indicatori sono risultati pari a 6.525, dati inferiori alle medie europee relative al 2017 (ultimo dato disponibile, calcolato solo per 20 paesi europei che nel 2017 hanno riportato i dati del 100% dei centri). In particolare, se analizziamo per gli stessi indicatori i dati registrati dai paesi europei con un’attività superiore a 40mila cicli iniziati, confrontabili con l’attività che si svolge in Italia, rileviamo 8.528 cicli per milione di donne in età fertile in Francia e 5.392 cicli nel Regno Unito. Mentre nei paesi del nord Europa, nonostante l’attività annuale sia molto inferiore a quella dell’Italia, l’indicatore risulta più elevato, con un’offerta pari, ad esempio, a 15.783 cicli in Danimarca e 14.411 in Belgio. Nel nostro Paese la percentuale di bambini nati vivi da tecniche di PMA rispetto alle nascite nella popolazione generale, pari a 2,5%, è al di sotto della media europea che nel 2017 era pari al 3,1%, al 2,7% della Francia ed al 2,9% del Regno Unito. In alcuni Paesi del nord Europa si raggiungono percentuali oltre il 10%.

L’impegno della SIRU

«In prospettiva dell’entrata a regime dei nuovi LEA – aggiunge Paola Piomboni, Presidente SIRU – a fronte di una domanda che ragionevolmente subirà un incremento, è evidente che in larga parte del territorio non sussistano strutture sufficienti a garantire alle coppie, in tempi ragionevoli, di poter accedere ai servizi con pagamento a carico del SSN. Ciò in quanto, i centri pubblici che hanno finora eseguito una percentuale del 42% dei cicli (comprendendo quelli della Lombardia e Toscana, mentre in alcune regioni del centro-sud eseguono percentuali di cicli inferiori al 15%) non potranno assorbire l’intera domanda regionale a meno che non siano affiancati da un privato convenzionato che finora in gran parte delle regioni è assente. Oggi la SIRU, quale società scientifica di riferimento per la procreazione medicalmente assistita, si impegna a mettere a disposizione competenze scientifiche e professionali per contribuire all’organizzazione, in tutte le regioni italiane, di strutture adeguate ad accogliere la maggior domanda di PMA da parte delle coppie che l’attuazione dei LEA produrrà.  Per garantire qualità, sicurezza e appropriatezza dei trattamenti – conclude Piomboni – sarà indispensabile la collaborazione di tutti coloro che stanno partecipando all’evento di Roma oggi e solo così sarà possibile realizzare questi ambiziosi obiettivi».

 

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