Salute 13 Giugno 2022 18:23

Miotenofasciotomia, nuovo trattamento mini-invasivo libera muscoli

Movlife Progetto Salute ha portato in Italia il massimo esperto di una tecnica chirurgica che permette ai muscoli di essere liberati dalle retrazioni miofasciali, causati da danni cerebrali o spasticità neuromuscolari congenite

di Redazione
Miotenofasciotomia, nuovo trattamento mini-invasivo libera muscoli

La medicina riabilitativa ha un altro volto, quello della miotenofasciotomia selettiva e a cielo chiuso. Si tratta di una tecnica mini-invasiva che permette ai muscoli di essere liberati dalle retrazioni miofasciali, causati da danni cerebrali o spasticità neuromuscolari congenite. A portarlo dalla Spagna all’Italia è il chirurgo Igor Nazarov, che ha preso parte a una conferenza organizzata da Movilife Progetto Salute a Milazzo.

Il trattamento è più efficace se effettuato precocemente

«La tecnica che ho presentato è progettata per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da paralisi cerebrale», spiega lo scienziato. «Il trattamento è più efficace se effettuato precocemente, soprattutto nel caso di bambini a partire dai tre anni di età. L’obiettivo – continua – è liberare i muscoli dalle fibre miofasciali accorciate, migliorando la loro traiettoria di crescita in modo che vivano al massimo delle loro possibilità». Il chirurgo, specializzato in miotenofasciotomia, ha spiegato il trattamento chirurgico mini-invasivo che permette ai muscoli di essere liberati dalle retrazioni miofasciali dissezionando con elevata precisione le fibre accorciate.

Con il trattamento chirurgico la qualità della vita dei pazienti migliora

«Invito i professionisti del settore a tenere conto dell’esistenza di queste retrazioni miofasciali nei pazienti e, soprattutto, a risolverle attraverso la miotenofasciotomia», dice Nazarov. «Io e il mio team siamo pronti per questo. L’obiettivo è migliorare la mobilità, la biomeccanica, la crescita e lo sviluppo del paziente, ottimizzando e inducendo la neuroplasticità di ciascuno di essi. Operiamo a Barcellona in Spagna e collaboriamo direttamente con i migliori team di riabilitazione in tutto il mondo» aggiunge. L’evento, organizzato da Movilife Progetto Salute, si è svolto a «Gigliopoli, la Città dei bambini spensierati» che nasce e si sviluppa sui fondi della Fondazione Barone G. Lucifero in Capo Milazzo (ME).

La tecnica innovativa riduce i tempi di degenza

A voler fortemente questo incontro sono stati Rosario Pizzurro e Lydia Oliva, fondatori di Movilife, al fine di diffondere le informazioni a riguardo e fare chiarezza sul punto. La particolarità della procedura è il modo in cui viene eseguita: tramite un bisturi sottile, con un piccolo accesso percutaneo, si interviene sulle parti interessate e si evitano successive suture ed eventuali cicatrici, nel pieno rispetto dei tessuti sani e dei loro strati e senza necessità di immobilizzazione. «Abbiamo scelto di sposare la causa del professor Nazarov, perché è opportuno informare che esiste la miotenofasciotomia, una tecnica innovativa che riduce i tempi di degenza e facilita i processi di riabilitazione successiva e il recupero dei gesti motori e delle abilità della persona», affermano Pizzurro e Oliva.

Ora l’obiettivo è di rendere semplice il percorso di riabilitazione

In base alla valutazione effettuata dal nostro team e dai professionisti del campo, abbiamo capito che c’era una carenza importante, non esisteva ancora una rete che potesse unificare e rendere semplice il percorso di riabilitazione per questo tipo di pazienti. Così, ci siamo attivati e siamo a disposizione per coloro che ne hanno la necessità. L’obiettivo – continua – è riuscire a facilitare le famiglie, così che rivolgendosi ad un’unica realtà possano trovare risposta a tutte le esigenze di cui hanno bisogno. Il nostro progetto vuole tenere in considerazione che il corpo è fatto di più ‘sistemi’ che devono interagire ed essere in equilibrio per poter funzionare. Noi e il nostro team cerchiamo solo di rispondere ad esigenze evidenti, cercando di rintracciare i punti di salute della persona. Il paziente non è la sua malattia e questo è un modo in più per ribadire che il fattore più importante è la persona che deve stare al centro».

Il trattamento è rivolto ai pazienti con retrazioni miofasciali causate da danni cerebrali

Con oltre 10 mila operazioni nei suoi 30 anni di carriera di successo, Nazarov ha illustrato tramite foto e video che i suoi pazienti, grazie alla tecnica, migliorano mobilità e qualità di vita. Dal 1992, si è specializzato nello sviluppo del trattamento medicochirurgico della miotenofasciotomia selettiva e a cielo chiuso, rivolto a pazienti con retrazioni miofasciali, causate da danni cerebrali o simili. «I nostri muscoli – spiega – sono come un pigiama che deve assolutamente essere della nostra taglia. Il problema sorge quando non è della nostra taglia, ma è più largo o più stretto. In quel momento, si valuta il possibile intervento».

L’obiettivo è dare ai pazienti la massima mobilità

In modo semplice, il chirurgo ha saputo spiegare un’operazione molto delicata e multilivello. «La diagnosi di base – spiega – quella che si riferisce alla paralisi cerebrale, va abbinata alla fase della diagnosi e della valutazione per ipotizzare il tipo di intervento in miotenofasciotomia. È importante tenere presente che la situazione cambia da un caso all’altro e che, in termini di risultati, un caso non deve essere confrontato con un altro. In molti casi si ottengono ottimi risultati, mentre in altri si tratta solo di miglioramenti a un livello base di mobilità. Il nostro obiettivo non è semplicemente quello di riuscire a far vivere questi pazienti nel miglior modo possibile, in termini di qualità e sostenibilità per i loro caregiver, ma di dare loro la massima mobilità in base alle loro condizioni e prospettive».

 

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