Salute 13 Giugno 2024 11:04

Cervello: chi è di buon umore ragiona meglio ed ha più memoria, anche a lungo termine

I ricercatori dell'Università di Bordeaux hanno analizzato i sintomi depressivi, ogni cinque anni per 20 anni, di 3.117 persone con un'età media di 30 anni all'inizio dell'indagine
di I.F.
Cervello: chi è di buon umore ragiona meglio ed ha più memoria, anche a lungo termine

Quando siamo felici tutto sembra più facile: le difficoltà spaventano meno, i lavori duri appaino meno faticosi. Ma il buon umore non migliora solo i momenti stessi in cui lo sperimentiamo. È una garanzia per la salute del cervello a lungo termine, tanto che chi soffre di sintomi depressivi prolungati, già a partire dalla giovane età adulta è più a rischio di perdere capacità di ragionamento e di memoria durante la mezza età. A dimostrare questa stretta connessione tra buonumore mantenimento delle funzioni cognitive è un lavoro appena pubblicato su Neurology e condotto dai ricercatori dell’Università  di Bordeaux.

Oltre 3mila persone coinvolte nello studio per 20 anni

Lo studio ha coinvolto 3.117 persone con un’età media di 30 anni all’inizio dell’indagine. I partecipanti sono stati valutati per i sintomi depressivi ogni cinque anni per 20 anni. A ogni visita, hanno completato un questionario per determinare eventuali cambiamenti nell’appetito o nel sonno, problemi di concentrazione o sensazioni di inutilità, tristezza o solitudine. I ricercatori hanno diviso i partecipanti in quattro gruppi in base alla progressione dei loro sintomi nel tempo. Cinque anni dopo, quando avevano un’età media di 55 anni, i partecipanti sono stati sottoposti a tre test per esaminare le abilità  cognitive e di memoria.

Gli effetti a lungo termine del buonumore

Ebbene, è emerso che quelli che hanno mantenuto nel tempo il buon umore (sintomi depressivi bassi) avevano un punteggio medio di 73 ai test di memoria e cognitivi (su una scala da 0 a 133), contro un punteggio medio più basso di 57 tra coloro che negli anni hanno manifestato sintomi depressivi crescenti. I ricercatori sottolineano che “avere più sintomi depressivi potrebbe essere dovuto a disuguaglianze socioeconomiche, così come ad un diverso accesso all’assistenza ed ai trattamenti sanitari. Questi fattori – concludono – potrebbero influire direttamente sul declino cognitivo più rapido”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Virus respiratorio sinciziale, ottobre è il mese per proteggere i neonati

Con l’arrivo dell’autunno prende il via la campagna di immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), che colpisce soprattutto i bambini più piccoli. Il pediatra Mart...
Advocacy e Associazioni

Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down: “Nessuna decisione senza di noi”

Il 12 ottobre CoorDown torna in 200 piazze italiane per chiedere più partecipazione e rappresentanza nei luoghi dove si decide la vita di tutte e di tutti. Al centro della campagna, il film &ld...
Advocacy e Associazioni

Legge 104 e caregiver: tutte le novità tra permessi, congedi e smart working

Le novità introdotte per i caregiver dalla legge 104 rappresentano un passo avanti importante, ma secondo l’avvocato Alessia Maria Gatto non sono ancora sufficienti per rispondere piename...
Sanità

Intelligenza artificiale, approvata la legge quadro. Per i medici resta un supporto, non un surrogato

La soddisfazione della Fnomceo: “È un buon giorno per medici e cittadini, l’atto medico resta prerogativa dei professionisti”
Nutri e Previeni

La dieta mediterranea bio è meglio, effetti su microbiota in sole 4 settimane

Uno studio guidato dall’Università di Roma Tor Vergata ha scoperto che quattro settimane di dieta mediterranea biologica sono sufficienti per modificare in modo misurabile la composizione...