Oltre un miliardo di persone nel mondo convivono con problemi di salute mentale, la seconda causa principale di disabilità a lungo termine. L’Italia non fa eccezione: secondo l’OCSE, oltre 700mila giovani italiani soffrono di disturbi come ansia e depressione. Gli esperti sottolineano come il 74% dei problemi di salute mentale insorga entro i 24 anni, rendendo essenziale la prevenzione e l’intervento precoce. Il tema è al centro del 14° Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria Sociale (SIPS), in corso a Firenze (fino al 3 ottobre), che affronta problematiche che spaziano dalla psichiatria dell’età evolutiva al fenomeno degli Hikikomori, fino all’impatto delle relazioni digitali sul benessere psicologico.
Ansia, depressione e altre forme di disagio emergente colpiscono adolescenti e giovani adulti, esacerbate da fattori biologici, esperienze traumatiche, esposizione a nuove sostanze e stigma sociale. Ma la crisi non riguarda solo i giovani: anche adulti e anziani manifestano disturbi cognitivi, depressione e disturbi del sonno, spesso legati a solitudine, perdita di ruolo sociale e insicurezza. Secondo Andrea Fiorillo, presidente SIPS, la società moderna affronta una combinazione di fattori stressanti acuti e cronici, dall’impatto della pandemia alle crisi economiche e ai cambiamenti climatici. A questi si aggiunge la difficoltà di adattarsi alle nuove tecnologie, con comportamenti disfunzionali legati all’uso di internet e social network. La psichiatria deve quindi evolversi, proponendo cure decentrate in scuole, carceri e luoghi di lavoro, e strumenti innovativi come intelligenza artificiale e realtà virtuale.
La salute mentale è oggi considerata una vera e propria emergenza globale: in Europa una persona su sei convive con un problema di salute mentale, ma una su tre non riceve cure adeguate. Ogni anno si registrano oltre 150mila suicidi nella Regione europea dell’OMS, con il suicidio che rappresenta la principale causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. In Italia, nel 2022, i suicidi sono stati 3.934, il dato più alto dal 2015, a conferma di un fenomeno in costante crescita. In un momento storico in cui i problemi di salute mentale sono in costante crescita, l’Italia si trova drammaticamente indietro rispetto agli altri Paesi europei e occidentali. A differenza di Gran Bretagna, Spagna e Danimarca – dove sono già attive campagne di sensibilizzazione su larga scala – in Italia non esiste alcuna iniziativa nazionale dedicata a questo tema. La situazione appare ancor più grave se si considera che non risultano neppure programmi in fase di preparazione. Un ritardo che colloca l’Italia in una posizione di retroguardia non solo rispetto ai partner europei, ma anche nei confronti di realtà come Australia, Canada e Nuova Zelanda, che hanno fatto della sensibilizzazione sulla salute mentale una priorità di salute pubblica.
Per questo motivo, il Congresso SIPS ribadisce con forza l’urgenza di avviare campagne di sensibilizzazione a livello nazionale. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica, combattere lo stigma e favorire una maggiore attenzione istituzionale verso i problemi di salute mentale, che oggi rappresentano una delle sfide più importanti per la società. La psichiatria sociale punta a identificare i determinanti sociali e genetici della malattia mentale, comprendendo l’interazione tra fattori biologici e ambientali. Giovani e adolescenti restano al centro dell’attenzione: campagne contro lo stigma, interventi preventivi, nuovi trattamenti farmacologici e psicosociali, e modelli innovativi di servizi di salute mentale sono strumenti fondamentali per ridurre la vulnerabilità e promuovere il benessere psicologico.
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