Approvata dal Ministero della Salute la nuova Strategia nazionale in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 2026-2030.Il documento si inserisce nel solco del Quadro strategico dell’Unione Europea 2021-2027
La sicurezza sul lavoro non può più essere affrontata per compartimenti stagni, né rincorrendo l’emergenza. È da questa consapevolezza che nasce la Strategia nazionale in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 2026-2030, approvata nel corso della riunione del Comitato per l’indirizzo e il coordinamento della vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, presieduto dal Ministro della Salute Orazio Schillaci. Il documento si inserisce nel solco del Quadro strategico dell’Unione Europea 2021-2027 e dialoga con il contesto nazionale, a partire dal nuovo Piano nazionale della prevenzione 2026-2031. L’obiettivo è offrire una risposta strutturale alle sfide di un mondo del lavoro in continua trasformazione, tra innovazione tecnologica, nuovi modelli organizzativi e crescenti fragilità.
L’obiettivo “Vision Zero”
“L’approvazione di questo documento è il risultato di un lavoro condiviso tra Ministeri, Regioni, INAIL, Ispettorato nazionale del lavoro e parti sociali”, ha spiegato il Ministro Orazio Schillaci, ribadendo un traguardo tanto chiaro quanto ambizioso: ridurre drasticamente infortuni e decessi attraverso l’approccio Vision Zero, secondo cui ogni incidente sul lavoro è prevenibile. Questa visione si affianca alle misure già adottate negli ultimi anni, dal recente decreto legge che ha rafforzato gli strumenti di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ai provvedimenti per contrastare le aggressioni agli operatori sanitari, in un’ottica che intreccia prevenzione, promozione della salute e protezione delle persone.
I cinque assi strategici
La nuova Strategia individua direttrici precise: governare i cambiamenti del lavoro, rafforzare la resilienza del sistema istituzionale, potenziare le tutele, sostenere in particolare micro, piccole e medie imprese e diffondere una cultura della prevenzione che parta fin dalle scuole. Un impianto pensato per ridurre disomogeneità territoriali e frammentazioni operative. Il documento approvato non rappresenta un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso. Il testo passerà ora alla Conferenza Stato-Regioni per il recepimento formale e la declinazione territoriale degli indirizzi nazionali, mentre il Comitato continuerà a monitorare l’attuazione degli obiettivi e a coordinare le politiche di prevenzione e vigilanza. In un Paese che continua a fare i conti con un numero ancora inaccettabile di incidenti e morti sul lavoro, la Strategia 2026-2030 prova a spostare il baricentro: dalla gestione delle conseguenze alla prevenzione strutturale, dalla frammentazione alla responsabilità condivisa. Una sfida che chiama in causa istituzioni, imprese e lavoratori, nel segno della salute come diritto fondamentale anche nei luoghi di lavoro.
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