Sanità 27 Novembre 2025 15:29

Plebiscito per la scienza medica: ne hanno fiducia 9 italiani su 10

Indagine dell’Istituto Piepoli per Fnomceo: per 9 italiani su 10 la scienza è motore di sviluppo; l’86% ha fiducia nella medicina, l’81% nel medico di famiglia, il 62% nel SSN

di Redazione
Plebiscito per la scienza medica: ne hanno fiducia 9 italiani su 10

Nove italiani su dieci considerano la scienza come un motore di progresso e sviluppo e quasi altrettanti dichiarano fiducia nella scienza medica. Elevata anche la fiducia nel medico di famiglia, che si assesta all’81%, in linea con i sondaggi precedenti e superiore a quella verso ogni altra figura e istituzione.

Sono questi alcuni dei principali risultati dell’indagine “Il rapporto tra gli italiani e la scienza”, condotta per la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, dall’Istituto Piepoli, intervistando un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.

“Sono dati che, letti insieme, ci trasmettono un messaggio fortissimo – commenta il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – un messaggio che comunica fiducia. Ci dicono che l’Italia non è un Paese diffidente. Al contrario: è un Paese che riconosce nella scienza una bussola e nella medicina un presidio di sicurezza, di equità, di ordine”.

“Il medico – continua – non è solo una persona di fiducia, ma per nove italiani su dieci è addirittura una figura che contribuisce al progresso della società, laddove il 72% immagina che nei prossimi dieci anni vivremo in un mondo più protetto dalle malattie. E a pensarlo sono i più giovani, che di questo futuro, così vicino, saranno i protagonisti”.

Quasi due italiani su tre, ancora, dichiarano di avere fiducia nei confronti del sistema sanitario nazionale, con percentuali che vanno lievemente a decrescere al sud.

Sul piano etico e culturale, gli italiani percepiscono la ricerca come centrale per la qualità della vita: l’87% sa che la scienza permette di vivere più a lungo e il 67% vede nelle innovazioni mediche ad alta tecnologia un’opportunità straordinaria per la salute.

Non mancano, in ogni caso, le aree di dubbio: due italiani su tre pensano che a volte la tecnologia sembra troppo orientata al business e che la scienza parli un linguaggio distante dalla vita delle persone.

“Questa fiducia così solida nella scienza – nota Anelli – una fiducia in ogni caso ragionata, non fideistica, sembra però incrinarsi quando la conversazione tocca un punto preciso: i vaccini, in particolare quelli a mRNA, utilizzati con successo contro il Covid. È qui che la quota di diffidenza cresce, arrivando a coinvolgere un terzo della popolazione. È una incrinatura che non può essere ignorata, ma che non può neppure essere letta come rifiuto della scienza, perché i dati ci dicono il contrario: gli italiani credono nella scienza, credono nella medicina, credono nella ricerca. E accettano con maggior favore la stessa tecnologia quando si tratta di combattere il cancro. Ciò che temono, piuttosto, è la perdita di orientamento”. 

“Stiamo parlando – spiega – della grande confusione del nostro tempo: una sovrapposizione continua tra informazioni corrette, mezze verità, narrazioni distorte, rapide e aggressive, amplificate all’ennesima potenza da canali che non distinguono la competenza dalla rumorosità ovvero l’arte di sommergere l’interlocutore con una quantità di dati, affermazioni e pseudo-evidenze tale da impedirgli qualsiasi verifica immediata. È un metodo collaudato per creare l’illusione della competenza e spostare sull’altro l’onere della confutazione. La ricerca Piepoli ci dice chiaramente che questo meccanismo produce conseguenze profonde: non sfiducia, ma disorientamento; non rigetto della scienza, ma paura di non comprenderla più, soprattutto quando la tecnologia corre più veloce della capacità collettiva di interpretarla”.

Eppure, in questo scenario, emergono anche segnali straordinari: quelli di un Paese pronto ad accogliere e sfruttare al meglio le nuove frontiere terapeutiche. .  
L’87% degli italiani è consapevole che la ricerca scientifica gli ha allungato la vita; il 67% vede nelle tecnologie mediche un’opportunità da cogliere; il 68% sarebbe disposto a ricorrere a un vaccino a mRNA contro i tumori se ne avesse bisogno e l’84% considera un traguardo importante lo sviluppo di vaccini oncologici, anche se la maggioranza ammette che preferirebbe aspettare di vedere cosa succede agli altri prima di assumerlo.              

In prospettiva genetica, l’88% ritiene giusto garantire a tutti i neonati il farmaco per la SMA, che pure ha costi elevatissimi, e oltre sei italiani su dieci sarebbero disposti a contribuire a questo attraverso il pagamento di una tassa di scopo. Anche le terapie geniche raccolgono l’approvazione degli italiani: per l’83% “ogni vita conta” e se esiste la possibilità di intervenire sulla genetica per prevenire malattie dobbiamo farlo. Il 63% dice sì alle terapie geniche per i bambini, percentuale che sale al 70% quando si tratta dei propri figli o nipoti. Ma qualche titubanza rimane in circa un italiano su quattro, che teme un eccessivo impatto dell’uomo sulla natura.        

La sensibilità etica si coniuga con quella ambientale: l’84% vede un legame diretto tra la tutela dell’ambiente e la salute e quasi nove italiani su dieci ritengono prioritario integrare la dimensione ambientale nella sanità pubblica. L’antica narrazione di una tecnologia nemica della natura sembra ormai abbandonata: la maggioranza degli italiani, soprattutto – un po’ a sorpresa – i meno giovani, vedono nell’innovazione un alleato della sostenibilità. Forte anche il sostegno alla governance della ricerca: l’86% giudica utile una Agenzia Nazionale della Ricerca in sanità, per rendere più efficace il coordinamento dei fondi e dei progetti?.            
Il 72% immagina che nei prossimi dieci anni vivremo in un mondo più protetto dalle malattie. A pensarlo, in questo caso, sono i più giovani. E protagonista e fautore di questo progresso sarà, per nove italiani su dieci, proprio il medico.

“Quella scattata dall’Istituto Piepoli – commenta ancora Anelli – è una fotografia nitida, e non è quella di un Paese impaurito o intimorito dalla scienza e dalle sue innovazioni. È piuttosto quella di un Paese che chiede di essere accompagnato nel cambiamento, di un Paese che accetta e accoglie l’innovazione quando riesce a intravederne la relazione, l’intenzione, il senso”. 

“Allo stesso modo – conclude il Presidente Fnomceo – la fiducia nella scienza, nella medicina, nel medico, nel futuro non è solo fede: è una forma di speranza ragionata, informata, realistica. Questi dati ci consegnano un compito preciso: diventare mediatori di complessità. Non meri tecnici, non soli clinici, non ripetitori di linee guidama interpreti dei linguaggi nuovi che la scienza e la tecnologia ci offrono. La società ci sta chiedendo questo: non di semplificare ciò che non può essere semplificato, ma di renderlo comprensibile senza tradirne il significato; di custodire il rigore senza rinunciare all’empatia; di proteggere la qualità dell’informazione senza perdere il contatto con le persone che ci chiedono di orientarle, non di giudicarle. Ed è proprio qui che deve emergere con forza il nostro ruolo, il ruolo del medico. Siamo chiamati a interpretare il cambiamento, non a subirlo; a guidare l’informazione, non a inseguire la disinformazione; a spiegare i mutamenti di paradigma, non a farli cadere dall’alto come dati di fatto. Mettersi al servizio dell’umanità oggi significa proprio questo: unire competenza e responsabilità, innovazione e relazione, precisione tecnologica e delicatezza umana”.

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Caregiver: “Non voglio essere sostituita, ma neanche lasciata sola”

La riflessione di una caregiver che scrive al nostro giornale apre una finestra su un problema ancora troppo invisibile
di Corrado De Rossi Re
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Advocacy e Associazioni

Cure palliative: nasce l’Associazione assistenti spirituali nella cura

La Società Italiana Cure Palliative e la Federazione Italiana Cure Palliative annunciano la nascita dell’Associazione Nazionale “Assistenti Spirituali nella Cura”
di Valentina Arcovio