Un rapporto pubblicato sull’European Heart Journal chiarisce che la nicotina è una tossina cardiovascolare potente, indipendentemente dal modo in cui viene assunta
La nicotina fa male al cuore e ai vasi sanguigni, a prescindere dal dispositivo utilizzato per assumerla. È il messaggio netto che arriva da un ampio rapporto pubblicato sull’European Heart Journal, che raccoglie e analizza l’intera letteratura scientifica disponibile ed è il primo a considerare in modo sistematico i danni cardiovascolari associati a tutti i prodotti a base di nicotina. Sigarette tradizionali, sigarette elettroniche, tabacco riscaldato, narghilè e sacchetti di nicotina vengono così ricondotti a un unico denominatore comune: nessuno è sicuro per il sistema cardiovascolare.
Una tossina cardiovascolare a tutti gli effetti
Dal documento emerge come la nicotina sia una potente tossina cardiovascolare, in grado di provocare disfunzione endoteliale, aumento della pressione arteriosa, infiammazione dei vasi e rigidità arteriosa, contribuendo allo sviluppo di malattie cardiache e cerebrovascolari. Gli effetti, sottolineano gli esperti, non dipendono dal fumo in sé ma dalla sostanza attiva, rendendo irrilevante il sistema di somministrazione dal punto di vista del rischio per cuore e vasi. Il peso delle patologie legate alla nicotina non è solo sanitario ma anche economico. Il rapporto stima che le malattie associate all’uso di nicotina costino ogni anno centinaia di miliardi di euro tra spese sanitarie dirette e perdite di produttività. Un impatto che grava in modo crescente sui sistemi sanitari e che rende urgente un ripensamento delle politiche di prevenzione e regolamentazione.
Giovani e nuovi prodotti: un’emergenza in crescita
Uno dei capitoli più critici riguarda l’aumento dell’uso di sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e sacchetti di nicotina tra adolescenti e giovani adulti. Secondo i dati riportati, tre quarti dei giovani che utilizzano la sigaretta elettronica non avevano mai fumato prima. Un fenomeno che indica come questi prodotti non stiano sostituendo il fumo tradizionale, ma rappresentino spesso una porta d’ingresso alla dipendenza da nicotina, alimentata da aromi attrattivi, marketing sui social media e lacune normative.
Il rapporto smonta anche l’idea che sigarette elettroniche e bustine di nicotina siano strumenti efficaci per smettere di fumare. Nella pratica, spiegano gli autori, questi prodotti favoriscono frequentemente il doppio uso, cioè l’assunzione combinata di nicotina attraverso più canali, aumentando l’esposizione complessiva e i rischi per la salute cardiovascolare.
Un rischio sottovalutato
“I fattori di rischio tradizionali, come l’obesità, sono responsabili solo di circa la metà delle malattie cardiovascolari. Anche l’uso di nicotina, in qualsiasi forma, contribuisce a questo rischio”, sottolinea Filippo Crea, dell’Università Cattolica di Roma, tra gli autori del rapporto. Un richiamo a considerare la nicotina come un determinante cardiovascolare a pieno titolo, spesso sottovalutato nella pratica clinica e nelle politiche di prevenzione. Gli esperti chiedono un’azione urgente per contrastare la diffusione della dipendenza da nicotina tra i giovani, a partire dal divieto degli aromi, da restrizioni severe alla pubblicità sui social media e tramite influencer e da una tassazione e regolamentazione efficaci per tutti i prodotti contenenti nicotina. Il documento arriva in un momento cruciale, in concomitanza con la revisione della Direttiva europea sulla Tassazione del Tabacco, che per la prima volta introduce un’imposta minima anche su liquidi per sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e bustine di nicotina.
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