Nasce a Sédhiou, nel sud del Senegal, il primo Centro Medico per il Contrasto alla Malnutrizione Infantilem che offrirà cure, prevenzione, formazione sanitaria e programmi educativi per più di 7mila bambini
In una regione in cui la malnutrizione non è solo un dato statistico ma una ferita aperta, nel cuore di Sédhiou – sud del Senegal – sta prendendo forma un presidio unico nel suo genere. Qui, dove oltre un bambino su dieci tra 0 e 5 anni soffre di malnutrizione acuta, l’organizzazione umanitaria Balouo Salo sta costruendo il primo Centro Medico per il Contrasto alla Malnutrizione Infantile, un progetto che intreccia cura, architettura sostenibile e partecipazione popolare. Secondo l’Agence Nationale de la Statistique et de la Démographie, nella sola regione di Sédhiou più di 7mila bambini sono colpiti da malnutrizione acuta, con un’incidenza pari al 12,5%. A rendere più complessa la situazione contribuiscono l’assenza di infrastrutture sanitarie adeguate, la limitata disponibilità di cibo e le difficili condizioni economiche che gravano soprattutto sui villaggi rurali.
“Costruire un luogo di speranza”
Di fronte a questa emergenza cronica, Balouo Salo ha scelto un approccio che non si limita a costruire un edificio, ma un processo condiviso: oltre 800 residenti hanno contribuito spontaneamente ai lavori, dando vita a un modello virtuoso di cooperazione dal basso. “Con questo progetto vogliamo costruire un luogo di speranza, dove la cura diventa consapevolezza e la solidarietà diventa libertà – racconta Raoul Vecchio, presidente e fondatore di Balouo Salo -. Miriamo ad offrire un supporto completo, che sia anche preventivo ed educativo, creando un punto di riferimento fondamentale per la salute e lo sviluppo dei bambini. Un luogo dove chiunque possa riconoscersi e sentirsi coccolato”.
Un centro che accoglie, cura, forma
Il nuovo centro – dedicato alla memoria della piccola Simona Diebate, scomparsa a causa della malnutrizione – offrirà spazi per visite mediche, dormitori sicuri per i bambini più vulnerabili, aree ricreative e sale dedicate alla formazione del personale sanitario. Parallelamente, il progetto punta a generare un impatto duraturo: verranno formate infermieri e infermiere comunitarie, e saranno attivati corsi, seminari e un programma radiofonico pensato per raggiungere i villaggi più remoti con informazioni essenziali su salute, igiene e alimentazione infantile.
Architettura che dialoga con il clima e con la comunità
Il Centro sorgerà nel capoluogo del comune di Baghere, lungo la strada Nazionale 6, in una posizione strategica che lo renderà facilmente raggiungibile da oltre 7mila bambini sotto i cinque anni e da altri 15mila che beneficeranno dei servizi di prevenzione. La struttura sarà realizzata in Rammed Earth, una tecnica di costruzione in terra cruda compattata che garantisce isolamento naturale e una riduzione della temperatura interna fino a 10-15°C. Una scelta che unisce funzionalità, sostenibilità e rispetto delle tradizioni costruttive locali.
Un tassello di un progetto più ampio
L’iniziativa si inserisce in un percorso che Balouo Salo porta avanti da oltre dieci anni nella regione. Ad aprile è stata inaugurata la Casa dell’Acqua di Baghere, che fornisce acqua potabile a più di 16.000 persone al giorno. Tra pochi giorni sarà invece inaugurato il Centro Polivalente Culturale e Museo delle Tradizioni di Tanaff, realizzato grazie al coinvolgimento di 1.200 collaboratori locali e in collaborazione con il Ministero della Cultura senegalese. Entro fine anno partirà anche la costruzione di un Centro di formazione per le donne, destinato a diventare un punto di riferimento per associazioni e cooperative femminili del territorio. “Ad oggi ci sono più di 2500 collaboratori locali che prendono attivamente parte a tutte le fasi dei progetti di Balouo Salo – sottolinea Vecchio -. Il nostro obiettivo è quello di andare oltre il mero concetto di assistenza e beneficenza. Puntiamo sull’ascolto e sul diretto coinvolgimento delle comunità, senza imporre soluzioni dall’esterno, dando vita a processi di consapevolezza e autodeterminazione”. Un percorso che racconta non solo la costruzione di infrastrutture, ma di fiducia, autonomia e futuro. Perché qui, nella regione di Sédhiou, la lotta alla malnutrizione passa prima di tutto dalla forza delle persone che scelgono di costruire insieme la propria libertà.
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