L’eliminazione della malaria è un traguardo epocale, ma non è la fine del percorso. Ne è convinta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha appena pubblicato le sue prime linee guida operative globali – Prevenzione del ripristino della trasmissione della malaria – per evitare che la malattia ritorni nei paesi che sono riusciti ad azzerare i contagi o che si avvicinano a questa conquista. “Raggiungere l’eliminazione della malaria è un traguardo straordinario, ma il percorso non finisce qui. I paesi devono rimanere vigili per tenere a bada la malaria – avverte il dottor Daniel Ngamije, direttore del Dipartimento Malaria e Malattie Tropicali Neglette dell’Oms -. Questa nuova guida offre gli strumenti e le strategie pratiche di cui i paesi hanno bisogno per proteggere i risultati ottenuti con fatica e prevenire il ritorno della malaria”.
Secondo i dati dell’Oms, 47 paesi e territori hanno già ottenuto la certificazione ufficiale di eliminazione, mentre altri 60 rientrano tra quelli in cui la malaria non è mai esistita o è scomparsa senza interventi specifici. A contribuire in modo decisivo al risultato, storicamente, è stato anche il Programma Globale di Eradicazione della Malaria (1955-1969). Negli ultimi anni, però, anche alcuni paesi tropicali e subtropicali sono riusciti a raggiungere l’eliminazione. L’esempio più recente è il Suriname, che nel giugno 2025 ha ricevuto dall’Oms la certificazione ufficiale come paese “malaria-free”.
La malaria, però, resta endemica in 83 paesi e territori del mondo. Gli spostamenti di persone – per motivi di lavoro, turismo o migrazione – dalle aree a rischio verso i paesi liberi dalla malaria rappresentano una minaccia concreta di reintroduzione del parassita, specie se le condizioni locali consentono la ripresa della trasmissione. Le nuove linee guida arrivano quindi in un momento cruciale e sono pensate proprio per aiutare i paesi a rafforzare i sistemi di sorveglianza, adottare strategie preventive mirate e rispondere rapidamente a eventuali focolai.
L’eliminazione della malaria, chiarisce l’Oms, è il risultato di una trasmissione locale interrotta, ovvero una riduzione a zero dei casi indigeni in un’area definita, grazie ad azioni deliberate. Ma non basta: servono interventi costanti per evitare che la malattia ritorni. Il ripristino della trasmissione – la cosiddetta “recrudescenza” – si verifica quando emergono almeno tre casi indigeni della stessa specie malarica nello stesso focolaio per tre anni consecutivi.
Sebbene pensate per tutti i paesi “malaria-free”, le nuove linee guida sono particolarmente importanti per le nazioni nelle fasce tropicali e subtropicali, dove il rischio di ricomparsa è più alto. “Con l’aumento dei viaggi, delle migrazioni e della variabilità climatica, è probabile che le sfide per sostenere l’eliminazione della malaria aumentino”, spiegano dall’Oms. In questo contesto in continua evoluzione, il documento diventa una risorsa tempestiva ed essenziale per sostenere le autorità sanitarie nei loro programmi nazionali di controllo.
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