Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a Sanità Informazione: “Finalmente un quadro normativo condiviso e con copertura economica: indietro non si torna”
Dopo più di quindici anni di attese, bozze e tentativi rimasti sospesi tra Camera e Senato, il riconoscimento giuridico dei caregiver familiari sembra finalmente vicino. “È un punto di svolta – afferma Alessandra Locatelli, Ministra per le Disabilità, in un’intervista a Sanità Informazione – perché dopo tanti anni di proposte di legge rimaste ferme, finalmente ci sono le risorse in bilancio e un testo condiviso che dà un quadro normativo a chi ama e cura ogni giorno un proprio familiare”. Il disegno di legge, già depositato al Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio, sarà presentato in una delle prime sedute utili del Consiglio dei Ministri, dopo l’approvazione della legge di bilancio. Si tratta, spiega Locatelli, di un provvedimento che “parte dal caregiver familiare convivente e prevalente, ma che dà risposte anche a tutte le altre figure di caregiver che dedicano tempo e cura, con intensità diverse, alle persone amate”.
Un riconoscimento che parte dal valore della cura
“Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”, sottolinea la ministra. L’idea alla base del provvedimento è quella di coniugare l’aspetto valoriale della relazione di cura con diritti concreti e strumenti di sostegno. “Accompagnare – prosegue Locatelli – significa garantire misure di conciliazione tra vita e lavoro, servizi di supporto per alleggerire il carico quotidiano, formazione e supporto psicologico. E, nei casi di alta intensità di cura, anche un contributo economico riconosciuto da una cornice normativa chiara”. Un principio che si inserisce nella più ampia riforma della disabilità, che ha introdotto il progetto di vita personalizzato, fondato sull’ascolto dei bisogni e sulla costruzione di percorsi individuali. “La legge sul caregiver familiare è un tassello coerente di questo percorso – aggiunge – perché mette la persona e la famiglia al centro dei servizi e delle politiche di welfare”.
Tutele differenziate, ma nessuno escluso
Il disegno di legge prevede tutele diverse, calibrate sulla base dell’intensità della cura prestata. “La tutela più elevata – precisa Locatelli – spetta al caregiver familiare convivente, quello che vive accanto al proprio caro ventiquattr’ore su ventiquattro, che condivide ogni momento: quando sta male, quando ride, quando è aggressivo o fragile. È una maratona continua, e da qui dobbiamo partire”. Ma la norma riconosce anche i caregiver non conviventi, con percorsi dedicati di sostegno e formazione. “Non lasciamo indietro nessuno – spiega –. Penso ai giovani studenti che si prendono cura di un familiare, o a chi è solo, o ancora a chi ha più di una persona da accudire. Tutte queste situazioni devono trovare risposte nel quadro di legge”.
Un lavoro condiviso con il territorio
Il testo nasce da un lungo lavoro di confronto con associazioni, rappresentanti del terzo settore, esperti e operatori del territorio. “Il tavolo tecnico ha lavorato per più di un anno – racconta la ministra – con la partecipazione di tantissime realtà: familiari, enti locali, professionisti del socio-sanitario. Io ho indicato alcune linee guida fondamentali, come la tutela differenziata e la centralità del caregiver convivente, ma il lavoro di sintesi e mediazione è stato collettivo”. Non sono mancati momenti di dibattito su punti sensibili, ma il risultato, sottolinea Locatelli, “è frutto di una condivisione reale, che non si è fermata di fronte alle difficoltà. È così che siamo riusciti a produrre un testo definitivo, sostenuto da risorse economiche e da una visione comune”.
Una sfida anche culturale
Oltre alla cornice normativa, la ministra richiama la necessità di un cambiamento culturale profondo. “Nel mondo del lavoro – osserva – sono ancora soprattutto le donne a rinunciare alla carriera per accudire una persona cara. È una realtà che dobbiamo cambiare, favorendo la conciliazione e riconoscendo socialmente ed economicamente il valore della cura”. La legge, dunque, non è solo un atto tecnico ma un segnale politico e sociale: “Con questa riforma vogliamo dare una spinta nella direzione giusta, per una società che non consideri più la cura un dovere silenzioso, ma un valore condiviso e sostenuto”.
L’iter e le prospettive
Dopo il deposito del disegno di legge e il passaggio in Consiglio dei Ministri, inizierà l’iter parlamentare tra Camera e Senato, con l’esame nelle commissioni competenti e le successive votazioni in aula. “Mi auguro che il percorso sia rapido – afferma Locatelli – nel rispetto dei tempi necessari, ma con l’obiettivo di arrivare presto all’attuazione. Questo testo rappresenta un punto fermo: indietro non si torna. Potranno esserci miglioramenti, certo, ma finalmente abbiamo una base condivisa e una copertura economica, cosa che in passato era sempre mancata”. Una volta approvata, la legge garantirà diritti omogenei su tutto il territorio nazionale, aprendo la strada a una nuova fase delle politiche di welfare familiare. “È il primo passo – conclude la ministra – verso un Paese che riconosce e accompagna chi ogni giorno, con amore e responsabilità, si prende cura degli altri”.
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