Salute 11 Dicembre 2025 09:47

La generazione Z e il timore del presente: lo studio americano che racconta paure, cinismo e sfiducia

Una ricerca della Montclair State University, presentata al Congresso 2025 della Society for Risk Analysis, mostra come la generazione Z percepisca il mondo come instabile, minaccioso e difficile da modificare

di Isabella Faggiano
La generazione Z e il timore del presente: lo studio americano che racconta paure, cinismo e sfiducia

Una generazione che fatica a riconoscersi nel mito dei “nativi digitali” dinamici e pieni di possibilità. È questa la fotografia scattata da una ricerca della Montclair State University, coordinata da Gabriel Rubin, presentata al Congresso 2025 della Society for Risk Analysis. I ragazzi e le ragazze intervistati, tutti giovani nati nei primi anni Novanta e radicati nel Nord-Est degli Stati Uniti, descrivono oggi un mondo percepito come fragile, imprevedibile, in cui il rischio sembra affiorare in ogni angolo della vita quotidiana. Rubin ha iniziato a raccogliere queste voci nel 2022, ma il tono delle risposte si è trasformato rapidamente: le prime conversazioni conservavano uno spiraglio di fiducia, mentre le successive sono andate via via tingendosi di preoccupazione, fino a tracciare un senso comune fatto di paura e disillusione.

Dalla pandemia al timore di perdere i diritti

Secondo il ricercatore, il vissuto della pandemia e la quotidiana esposizione al fenomeno delle sparatorie, soprattutto nelle scuole, hanno contribuito a modellare la percezione del pericolo. A questo si aggiungono il clima politico, la polarizzazione estrema, la sensazione che i diritti civili e riproduttivi possano regredire da un momento all’altro. Molti giovani raccontano di sentirsi poco capaci di incidere sui processi sociali, quasi privi di strumenti per orientare il cambiamento. E più cresce l’idea di non avere voce, meno il mondo appare governabile. È un nodo psicologico che, nelle interviste analizzate, si riflette direttamente sulla lettura del rischio: ciò che non si può controllare si trasforma immediatamente in minaccia.

Una visione del rischio senza sfumature

Lo studio mette in luce anche un’altra caratteristica della generazione Z: la tendenza a interpretare le situazioni in termini assoluti, come totalmente sicure o completamente pericolose. Un approccio che lascia poco spazio alla valutazione graduale, alla possibilità di considerare i rischi come elementi misurabili e gestibili. Questa percezione “a tutto o niente” amplifica l’ansia e alimenta l’idea di vivere in un contesto ostile. Eppure, osserva Rubin, gli ultimi tre anni sono stati tra i più sicuri mai registrati negli Stati Uniti. La distanza tra realtà e percezione, però, non accenna a ridursi.

Il peso maggiore sulle giovani donne

A emergere con forza, nel corso della ricerca, è anche la vulnerabilità specifica delle giovani donne. La quasi totalità delle intervistate denuncia un clima di arretramento delle tutele e sente i propri diritti, in particolare quelli riproduttivi, come messi in discussione. Questa preoccupazione, che affonda le sue radici nella cronaca politica recente, si accompagna spesso a vissuti di ansia e insicurezza. In alcuni casi, come Rubin aveva già osservato nelle prime fasi del lavoro, si traduce in sintomi depressivi, talvolta in pensieri suicidari. Una condizione emotiva che non riguarda solo l’ambito individuale, ma si inserisce in un tessuto sociale percepito come fragile.

Ricostruire fiducia per ricostruire sicurezza

Il quadro che emerge non è solo una radiografia del disagio giovanile, ma un’indicazione su come istituzioni, scuole e comunità debbano ripensare il modo in cui si relazionano con questa generazione. Per Rubin, aiutare i giovani a recuperare un senso di controllo sulla realtà è fondamentale per ricucire la distanza tra la loro percezione del rischio e il livello reale di minaccia. Significa offrire spazi di partecipazione autentica, rafforzare i presidi di sicurezza senza alimentare allarmismi e soprattutto restituire la sensazione che il cambiamento, anche se complesso, sia possibile davvero.

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