Un miliardo e quattrocento milioni di persone nel mondo convivono con l’ipertensione, ma solo una minoranza riesce a tenerla sotto controllo. Ogni ora, più di mille persone muoiono per infarti e ictus legati alla pressione alta, una condizione che resta una delle principali cause di mortalità e disabilità, pur essendo prevenibile e trattabile. È la fotografia che emerge dal nuovo rapporto globale sull’ipertensione dell’Organizzazione mondiale della sanità, che denuncia profonde disuguaglianze nell’accesso alle cure e richiama i governi a un’azione urgente.
Il documento oltre a fornire dati statistici, che sottolineano le conseguenze di vasta portata dell’ipertensione incontrollata – che vanno da infarti, ictus e morte prematura a sostanziali perdite economiche – fornisce ai Paesi strumenti essenziali per migliorare la prevenzione, il controllo e la sorveglianza dell’ipertensione, offrendo così una tabella di marcia verso un futuro più sano. sull’ipertensione. “Ogni ora, oltre mille persone perdono la vita a causa di ictus e infarti dovuti all’ipertensione, e la maggior parte di questi decessi è prevenibile”, commenta Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale Oms. Secondo Tedros, gli Stati hanno già gli strumenti per cambiare la narrazione: “Con la volontà politica, investimenti continui e riforme possiamo risparmiare milioni di vite e garantire una copertura sanitaria universale per tutti”, aggiunge.
Il report mette in luce una realtà che divide il mondo in due. Solo il 28% dei Paesi a basso reddito segnala la disponibilità completa di farmaci raccomandati nelle farmacie o nei presidi sanitari di base, contro il 93% delle nazioni ad alto reddito. Per 99 dei 195 Paesi analizzati, inoltre, i tassi di controllo dell’ipertensione restano inferiori al 20%. L’ipertensione non trattata è una delle principali cause di infarto, ictus, malattie renali croniche e demenza. Le proiezioni indicano che, tra il 2011 e il 2025, le malattie cardiovascolari — inclusa la pressione alta — costeranno ai Paesi a basso e medio reddito circa 3,7 trilioni di dollari, pari al 2% del loro Pil complessivo.
In Italia, secondo il rapporto, ci sono circa 14,6 milioni di adulti tra 30 e 79 anni che convivono con questa condizione, pari a una prevalenza del 42% (la media globale è del 34%). Tra questi, circa il 70% riceve una diagnosi, il 64% segue una terapia farmacologica e solo il 33% ha la pressione effettivamente sotto controllo. In termini assoluti significa che quasi 11 milioni di persone non riescono a mantenere valori pressori adeguati, con un impatto significativo sulla salute pubblica.
Il documento Oms evidenzia lacune gravi nei sistemi sanitari: politiche di prevenzione insufficienti, accesso limitato a dispositivi diagnostici affidabili, assenza di protocolli standardizzati, farmaci costosi, catene di approvvigionamento fragili e scarsa protezione finanziaria per i pazienti. “Esistono farmaci sicuri, efficaci e a basso costo per controllare la pressione sanguigna, ma troppe persone non riescono ad accedervi”, sottolinea Tom Frieden, presidente e Ceo di Resolve to Save Lives -. Colmare questo divario salverà vite umane e farà risparmiare miliardi di dollari ogni anno”, conclude.
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