Sanità 7 Novembre 2024 11:16

Homeless, approvata all’unanimità la legge che garantisce l’assistenza sanitaria ai senza fissa dimora

Il testo si compone di tre articoli: il primo istituisce un Fondo, di un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, il secondo prevede che il Governo presenti alle Camere una relazione sullo stato di attuazione del provvedimento, il terzo riguarda le modalità di finanziamento del Fondo
di I.F.
Homeless, approvata all’unanimità la legge che garantisce l’assistenza sanitaria ai senza fissa dimora

Approvato all’unanimità, con 130 sì, nell’aula del Senato, il disegno di legge, a prima firma Marco Furfaro (PD), che garantisce l’assistenza sanitaria ai senza fissa dimora. Il provvedimento, già approvato alla Camera, è ora definitivo. Questa legge colma “un vuoto di tutela”, ritenuto in contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con i princìpi ispiratori della legge  istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, in base ai quali l’assistenza sanitaria andrebbe garantita a tutti coloro che risiedono o dimorano “nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali”. I senza dimora, infatti, attualmente sono nell’impossibilità di essere iscritti al Servizio sanitario nazionale e di scegliersi un medico di medicina generale.

L’articolo 1 della Legge

Il testo si compone di tre articoli. Il primo istituisce un Fondo, di un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, per finanziare un programma sperimentale, da attuarsi nelle città metropolitane, per “assicurare progressivamente il diritto all’assistenza sanitaria” ai senza dimora e per consentirgli di iscriversi nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali, di scegliersi un medico, di accedere ai LEA (ossia alle prestazioni incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza). Il Fondo sarà ripartito tra le Regioni, “sulla base della  popolazione residente nelle città metropolitane presenti nei rispettivi territori”, con un decreto ministeriale da adottare  entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, previa intesa in Conferenza Stato–Regioni e sentite le associazioni di volontariato e di assistenza sociale “più rappresentative”.

Gli articoli 2 e 3

L’ISTAT, si spiega nella relazione, fa riferimento a 14 città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Lo schema di questo decreto attuativo dovrà essere trasmesso alle Camere per i pareri delle Commissioni competenti che dovranno pronunciarsi entro 20 giorni. L’articolo 2 prevede che, a partire dall’anno successivo a quello di entrata in vigore della legge, entro il 30 giugno di ogni anno, il Governo presenti alle Camere una relazione sullo stato di attuazione del provvedimento, con particolare riferimento: al numero dei senza dimora iscritti negli elenchi delle Aziende Sanitarie Locali di ogni Regione, al numero e alla tipologia delle prestazioni erogate in favore dei senza dimora, alle eventuali criticità  emerse, ai costi effettivamente sostenuti. L’articolo 3 riguarda le modalità di finanziamento del Fondo.

Il commento di Cittadinanzattiva

“Siamo particolarmente soddisfatti ed orgogliosi per l’approvazione, in via definitiva ieri al Senato, della legge che garantisce l’assistenza sanitaria di base alle persone senza dimora, avviandone la sperimentazione da gennaio 2025 nelle città metropolitane. Ringraziamo innanzitutto Marco Furfaro, primo firmatario della proposta di legge, e l’avvocato di strada Antonio Mumolo che da anni si batte in prima persona, con la sua organizzazione, per restituire dignità a circa 100 mila persone – dice Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva -. Ne siamo particolarmente orgogliosi perché la norma recepisce la richiesta, avanzata anche con la nostra Carta civica della salute globale, di garantire l’assistenza sanitaria di base ai più fragili e agli invisibili, svincolandola dalla residenza anagrafica. Un esempio importante anche di quello che istituzioni, organizzazioni civiche e singoli cittadini possono fare insieme per migliorare le politiche pubbliche del nostro Paese e renderle sempre più vicine ai bisogni delle persone, a partire dai più fragili”, conclude Mandorino.

 

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