L’emicrania non è un semplice mal di testa, ma una patologia cronica, dinamica e disabilitante. Colpisce circa il 12% della popolazione italiana, con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne, soprattutto in età fertile. Secondo i dati del Global Burden of Disease, è la seconda causa di anni vissuti con disabilità nel mondo e la prima tra le donne giovani. Il peso socioeconomico è enorme: in Italia il costo complessivo è stimato in 20 miliardi di euro all’anno, il 93% dei quali legato alla perdita di produttività. Il ‘presenteismo’, ovvero il continuare a lavorare stando male, con rendimento ridotto, rappresenta la quota principale, molto più dell’assenteismo.
Il percorso verso la diagnosi è spesso lungo: possono passare anche sette-otto anni dai primi sintomi al riconoscimento della patologia. A questo si aggiunge un impatto psicologico rilevante, fatto di ansia, senso di isolamento e difficoltà a spiegare un dolore invisibile. “Vivere con l’emicrania significa affrontare non solo un dolore intenso, ma anche la paura costante degli attacchi e la frustrazione di non essere creduti – sottolinea Alessandra Sorrentino, Presidente dell’Associazione Alleanza Cefalalgici –. Rendere visibile questa malattia significa restituire dignità, ascolto e accesso a cure tempestive”.
La gestione dell’emicrania richiede strategie differenziate: approccio acuto nei casi meno frequenti e prevenzione negli episodi ricorrenti o cronici. Accanto alle terapie tradizionali, oggi è disponibile in Italia una nuova opzione terapeutica: un antagonista del recettore del CGRP in formulazione orale, il primo approvato nel nostro Paese con duplice indicazione per il trattamento acuto e la prevenzione dell’emicrania episodica. “Questa terapia rappresenta un passo avanti perché unisce efficacia e semplicità – spiega il Prof. Piero Barbanti, Presidente dell’Associazione Italiana per la Lotta contro le Cefalee –. Una singola dose è in grado di ridurre rapidamente dolore e sintomi associati, mentre l’assunzione regolare ne diminuisce frequenza e intensità. La possibilità di trattare e prevenire con lo stesso principio attivo semplifica la gestione clinica e migliora l’aderenza”.
Gli studi clinici pubblicati su Lancet dimostrano che il farmaco è in grado di alleviare l’attacco in poche ore, con efficacia duratura, e di ridurre in prevenzione i giorni mensili di emicrania. La formulazione orodispersibile, pratica e discreta, facilita l’uso anche durante gli episodi più acuti. “L’efficacia, la tollerabilità e la maneggevolezza rendono questa terapia adatta anche a pazienti complessi o non rispondenti ai trattamenti tradizionali – conclude la Prof.ssa Cristina Tassorelli, Direttore del Centro Cefalee della Fondazione Mondino –. Si tratta di un’opzione che migliora non solo gli aspetti clinici, ma anche quelli relazionali e funzionali, con un impatto diretto sulla qualità della vita”.
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