Un nuovo rapporto di Cittadinanzattiva Lazio fotografa le difficoltà delle persone con disabilità grave. La richiesta è una svolta verso presa in carico integrata, assistenza domiciliare e supporto psicologico
La disabilità grave continua a fare i conti con un sistema che fatica a garantire risposte adeguate e continue. Servizi frammentati, procedure burocratiche complesse e una presa in carico ancora troppo centrata sulla singola prestazione sanitaria penalizzano pazienti e famiglie. È quanto emerge dal Rapporto conclusivo del progetto “Salute integrata per tutti”, promosso da Cittadinanzattiva Lazio e presentato a Roma, nella sede del Consiglio regionale. Lo studio restituisce una fotografia critica dei servizi sociosanitari regionali, mettendo in evidenza la necessità di un intervento strutturale che punti su semplificazione amministrativa, integrazione tra sanità e sociale e rafforzamento dell’assistenza domiciliare. Un cambio di passo ritenuto indispensabile per migliorare concretamente la qualità di vita delle persone con disabilità grave e dei loro caregiver.
Oltre la prestazione: la presa in carico che manca
Dall’analisi emerge come, nonostante la presenza di operatori con un’elevata esperienza professionale, il sistema soffra di una marcata frammentazione territoriale e organizzativa. La carenza di coordinamento tra i diversi servizi e la limitata disponibilità di risorse compromettono la continuità assistenziale e generano insoddisfazione diffusa. Gli operatori sociosanitari coinvolti nell’indagine, 246 nel Lazio, indicano come prioritaria la necessità di superare un approccio esclusivamente clinico. La richiesta è quella di una presa in carico integrata, capace di rispondere in modo coordinato ai bisogni sanitari, psicologici e sociali, coinvolgendo anche la rete familiare.
Il peso sui caregiver
A pagare il prezzo più alto delle criticità organizzative sono spesso i caregiver, in larga parte donne. Le principali difficoltà segnalate riguardano le liste d’attesa, che rappresentano oltre un quarto delle criticità riportate, e i problemi di trasporto, che rendono complesso l’accesso ai servizi e alle cure. Ostacoli che aggravano il carico assistenziale quotidiano e aumentano il rischio di isolamento. Non sorprende, quindi, che una delle richieste più frequenti sia l’erogazione dei servizi direttamente al domicilio. Portare le cure a casa significa ridurre barriere logistiche e psicologiche e alleggerire, almeno in parte, il peso che grava sulle famiglie.
Supporto psicologico e integrazione sociosanitaria
Secondo gli operatori, tra i bisogni più rilevanti dei pazienti figurano le terapie riabilitative, l’assistenza medica continuativa e il supporto psicologico. Quest’ultimo è considerato essenziale non solo per il benessere emotivo delle persone con disabilità, ma anche per quello dei caregiver, spesso esposti a stress prolungato. Le proposte di miglioramento individuano come priorità una maggiore integrazione tra servizi sociosanitari, il potenziamento dell’assistenza domiciliare e un accesso più semplice ai servizi di supporto psicologico e riabilitativo. Al centro resta il nodo dell’inefficienza organizzativa e della difficoltà di coordinamento tra i diversi attori del sistema.
Assistenza domiciliare, una priorità condivisa
L’assistenza domiciliare emerge come uno degli interventi con il maggiore impatto immediato sulla qualità della vita. È indicata come prioritaria sia dagli operatori sia dai caregiver, con una domanda particolarmente elevata nella ASL Roma 3, dove la carenza di servizi appare più marcata. Anche tra i caregiver che si dichiarano complessivamente soddisfatti, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare resta un obiettivo fondamentale.
Disuguaglianze territoriali
Il rapporto evidenzia infine differenze significative tra le diverse aree del Lazio. Nella ASL Roma 3 le criticità riguardano soprattutto la mancanza di servizi, mentre nella ASL Roma 1 e nella ASL Roma 6 emergono problemi legati all’organizzazione, al coordinamento e alla carenza di informazioni. Elementi che ostacolano l’accesso alle cure e la continuità dei percorsi assistenziali. Per Cittadinanzattiva Lazio, i dati raccolti indicano con chiarezza la necessità di una riforma operativa dei servizi per la disabilità grave. L’obiettivo è ridurre la frammentazione, semplificare i percorsi e riportare al centro la persona, la sua rete familiare e i bisogni concreti della vita quotidiana, facendo dell’integrazione sociosanitaria e della prossimità territoriale i pilastri del sistema.
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