Salute 24 Luglio 2025 11:11

Cuore, bambina salva grazie a pacemaker senza fili. Secondo caso in Italia, quinto al mondo

L'intervento salva-vita sulla piccola di 11 anni è stato possibile grazie al progetto APE, che riunisce Meyer e Asl Toscana Centro per la cura delle aritmie pediatriche
di I.F.
Cuore, bambina salva grazie a pacemaker senza fili. Secondo caso in Italia, quinto al mondo

È arrivata all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze in condizioni critiche, a causa delle conseguenze di una cardiopatia congenita, e oggi è tornata a casa in ottime condizioni. Una bambina di 11 anni è stata salvata grazie all’impianto di un pacemaker bicamerale senza fili: è il primo caso in Toscana in età pediatrica, il secondo in Italia e uno dei primi cinque al mondo. Dopo una breve degenza, potrà riprendere una vita normale, senza limitazioni.

L’intervento mini-invasivo

Quando è arrivata al Meyer, la piccola paziente aveva un pacemaker epicardico impiantato all’età di due anni. Ma la rottura del catetere ventricolare ha reso necessario un nuovo impianto. I medici hanno rilevato un blocco atrioventricolare completo, con una frequenza cardiaca troppo bassa per garantire una vita normale. Vista la giovane età, le esigenze di crescita e la necessità di una stimolazione cardiaca continua, l’équipe ha scelto un dispositivo di ultima generazione, “leadless”, cioè senza fili ed elettrocateteri, in grado di rispettare il funzionamento fisiologico del cuore. L’intervento, durato circa due ore, è stato eseguito con tecnica mini-invasiva, senza tagli né incisioni. I due dispositivi sono stati impiantati direttamente all’interno del cuore – uno nel setto interventricolare e l’altro nell’atrio destro – grazie a un accesso venoso percutaneo.

Una tecnologia rivoluzionaria

Il nuovo pacemaker è dieci volte più piccolo di quello tradizionale, poco più grande di una batteria ministilo. Approvato in Europa nel 2024, è già stato utilizzato su adulti, ma solo in rarissimi casi su bambini. Questo modello è bicamerale e privo di elettrocateteri: i due componenti comunicano in tempo reale grazie a un sistema bluetooth interno, che consente una stimolazione cardiaca fisiologica e adattabile all’attività del paziente. Il dispositivo può anche essere rimosso, sempre per via percutanea, una volta esaurita la batteria, garantendo una terapia sostenibile nel lungo periodo. “È un passo avanti importante – spiegano la dottoressa Marzia Giaccardi (Asl Toscana Centro) e il dottor Giulio Porcedda (Meyer) –: il nuovo pacemaker non richiede incisioni, riduce il rischio di infezioni, ha una lunga durata e consente una qualità di vita superiore rispetto ai dispositivi precedenti”.

Il progetto APE per le aritmie pediatriche

L’impianto è stato possibile grazie al progetto APE (Aritmologia Pediatrica e dell’Età evolutiva), attivo da un anno grazie a una convenzione tra l’Ospedale Meyer e l’Asl Toscana Centro. Il progetto prevede attività ambulatoriali e interventistiche, con oltre 100 procedure eseguite in un anno, tra ablazioni, defibrillatori e pacemaker. L’équipe comprende specialisti delle due strutture, tra cui Giaccardi, Chechi, Porcedda, Zampieri e il professor Jacopo Olivotto.

Un modello da difendere

Soddisfazione anche da parte delle istituzioni. “Questo intervento – commenta il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – dimostra il valore della nostra sanità pubblica, universalistica e all’avanguardia. Chiediamo che anche lo Stato e il Governo la difendano e sostengano. La sinergia tra Meyer e Asl è un esempio virtuoso di collaborazione che dà risultati concreti”.

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