“Giugno 2025 ha segnato un’anomalia termica media di +2,81°C rispetto al trentennio 1991-2020, con un picco di +3,49°C in Italia”. È quanto emerge dai dati diffusi dal Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (SISMG) e dai sistemi di allerta HHWWS (Heat Health Watch Warning System), pubblicati dal ministero della Salute. A fare le spese del caldo anomalo sono state soprattutto le regioni del Nord-Ovest, l’Emilia-Romagna, il Centro Italia (in particolare Toscana, Lazio e Umbria) e la Sardegna. Tuttavia, l’impatto sulla mortalità complessiva si è rivelato, almeno finora, contenuto.
Mortalità: sotto la lente città come Napoli e Catania
Nel dettaglio, il monitoraggio della mortalità non ha segnalato grandi scostamenti rispetto alla media stagionale, con due eccezioni rilevanti: Napoli, dove si è registrato un incremento del 9%, e Catania, con un +16%. Al contrario, alcune città come Piacenza, Forlì, Livorno e Sassari hanno fatto registrare valori addirittura inferiori alle attese. Gli esperti segnalano che “picchi di mortalità isolati si sono osservati in concomitanza con le ondate di calore di fine giugno, o con qualche giorno di latenza”, coinvolgendo città come Milano, Genova, Trieste, Firenze, Roma, Pescara e Campobasso. Un effetto visibile anche durante la prima fase di caldo tra l’11 e il 16 giugno, sebbene meno intensa.
Temperature da allerta rossa in mezza Italia
I modelli HHWWS parlano chiaro: “tra il 24 giugno e i primi di luglio, in molte città italiane sono stati attivati i livelli di rischio 2 e 3”, con temperature apparenti massime comprese tra i 35°C e i 40°C. L’escalation è stata repentina: il caldo ha preso piede già nella seconda settimana di giugno, per poi intensificarsi progressivamente in quasi tutte le grandi città.
Pronto soccorso: nessun assalto, solo lievi aumenti
Per quanto riguarda gli accessi in Pronto Soccorso, i dati delle strutture sentinella (tra cui Milano, Genova, Bologna, Roma e Palermo) mostrano un andamento regolare, con un picco ricorrente il lunedì e cali durante il fine settimana. In corrispondenza delle ondate di calore, solo alcune città come Bologna, Genova, Palermo e Ancona hanno registrato un lieve incremento degli accessi.
Il sistema di sorveglianza tiene, ma la sfida è climatica
Nonostante il caldo record, il sistema sanitario sembra reggere. Resta però il campanello d’allarme climatico: “Giugno 2025 è stato tra i più torrido di sempre, secondo solo al fatidico giugno 2003”. Se l’impatto sulla mortalità è stato in parte attutito, è merito della prevenzione, del monitoraggio costante e della capacità di reazione delle strutture sanitarie.
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