Le ondate di calore non sono più eventi eccezionali. E la sanità pubblica italiana ha imparato a rispondere in modo strutturato. Lo dimostra il report della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), che ha mappato le azioni messe in campo tra il 4 e l’11 luglio da un campione rappresentativo di aziende sanitarie territoriali distribuite lungo tutto lo Stivale. Obiettivo: proteggere la popolazione, in particolare anziani, fragili e lavoratori esposti, con interventi integrati e continui. Tutte le aziende coinvolte hanno attivato piani per la gestione delle ondate di calore, basati su linee guida regionali e indicazioni del ministero della Salute. Tra le misure: identificazione preventiva dei soggetti a rischio, controllo delle temperature ambientali nelle strutture, ambulatori dedicati, numeri verdi, campagne informative rivolte sia alla popolazione sia al personale sanitario.
La mappa Fiaso raccoglie esempi concreti:
A Genova, l’Asl 3 ha attivato un ambulatorio mobile all’area del Porto Antico, aperto a cittadini e turisti per consulenze, misurazione della pressione e consigli pratici. L’iniziativa, attiva per tutto agosto, è realizzata in sinergia con Prefettura, Comune e Regione. Sempre in Liguria, la Asl 4 monitora quotidianamente le temperature nelle aree di degenza e attiva azioni correttive in caso di valori critici. Con il “Piano caldo 2025”, la Regione ha inoltre potenziato i servizi domiciliari e temporanei in RSA, attivato numeri verdi, diffuso vademecum comportamentali, sospeso le dimissioni dei pazienti fragili in situazioni di emergenza.
A Milano, l’Ats ha messo online una pagina dedicata con consigli, numeri utili e mappa dei servizi attivi. A Reggio Emilia, il piano operativo prevede una stretta collaborazione con il Terzo settore (Auser, Croce Verde e Croce Rossa), con un centro di ascolto telefonico dedicato per gli anziani soli.
A Napoli, l’Asl 1 ha introdotto il “codice calore” nei pronto soccorso, ha rafforzato l’assistenza domiciliare e attivato il numero verde 800.89.69.80. A Catanzaro, l’Aou “Renato Dulbecco” ha allestito postazioni ventilate nelle aree di osservazione intensiva e incrementato il personale di supporto.
In Puglia, l’Asl Bat ha potenziato il servizio 118 con idromoto operativi sulle spiagge in collaborazione con la Capitaneria di porto. A Manfredonia è stato installato un nuovo impianto di climatizzazione al pronto soccorso e nei blocchi operatori. A Taranto, la campagna “Proteggiamoci dal caldo” prevede mappatura dei soggetti vulnerabili, allerta automatica per i Comuni, assistenza domiciliare rafforzata e telefonate di controllo settimanali.
In Sicilia, l’Asp di Siracusa ha attivato postazioni di Guardia medica turistica con reperibilità telefonica in diverse località costiere della provincia.
“Le alte temperature sono ormai cicliche e richiedono un modello di prevenzione attiva e continua – sottolinea Giovanni Migliore, presidente Fiaso -. Non si tratta più di interventi episodici, ma di una risposta strutturata, integrata nei piani regionali e gestita con efficacia dalle aziende sanitarie”. Secondo Migliore, le campagne informative giocano un ruolo chiave nella tutela della salute: “Informare è già prendersi cura. Per questo, accanto alle iniziative nazionali del ministero – come il numero verde 1500 e i bollettini meteo-sanitari – è fondamentale il lavoro delle Asl nei territori, anche attraverso il coinvolgimento di medici di famiglia, servizi sociosanitari, volontariato e amministrazioni locali”. Un impegno che, conclude, “mostra quanto la sanità pubblica italiana sia pronta a rispondere anche alla sfida climatica, con un approccio sistemico e orientato al futuro”.
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