One Health 12 Dicembre 2025 10:18

Aviaria, l’Efsa avverte: “In Europa attesi nuovi focolai per tutto l’inverno”

L’Efsa segnala una crescita significativa dei casi di influenza aviaria ad alta patogenicità negli uccelli selvatici e nel pollame, con il rischio destinato a rimanere elevato per tutto l’inverno

di I.F.
Aviaria, l’Efsa avverte: “In Europa attesi nuovi focolai per tutto l’inverno”

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) lancia un allarme atteso ma non per questo meno significativo: l’Europa dovrà affrontare nuovi focolai di influenza aviaria per l’intera stagione invernale. Una previsione che arriva dopo mesi segnati da un incremento marcato dei casi di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) negli uccelli selvatici. Secondo l’ultimo rapporto dell’Efsa, realizzato insieme all’Ecdc e al laboratorio di riferimento dell’Ue, tra il 6 settembre e il 28 novembre 2025 sono stati segnalati 442 focolai negli uccelli domestici e 2.454 negli uccelli selvatici in 29 Paesi europei. Numeri destinati a crescere nelle prossime settimane. Nonostante la diffusione del virus nel mondo animale, il rischio per la popolazione generale resta basso, precisa l’Efsa.

Uccelli selvatici, un picco mai osservato dal 2016

Per la fauna selvatica, l’attuale circolazione virale è la più intensa degli ultimi anni. Anatre, oche, cigni e, più recentemente, le gru cenerine sono tra le specie più colpite. La responsabilità è attribuita quasi interamente a una nuova variante del genotipo A(H5N1), già nota in Europa ma oggi apparentemente più trasmissibile o in grado di aggirare l’immunità degli uccelli selvatici. Gli esperti prevedono che l’alta circolazione del virus resti stabile per diverse settimane, con un possibile calo solo verso la fine dell’inverno.

Negli allevamenti europei, epidemie alimentate dal contatto indiretto

La situazione negli allevamenti di pollame segue l’andamento della fauna selvatica. La maggior parte dei focolai è infatti legata all’ingresso del virus attraverso contatti indiretti con uccelli selvatici. Particolarmente colpiti i tacchini, ma anche le anatre vaccinate registrano un incremento di casi. Condizioni ambientali sfavorevoli, come l’umidità e la contaminazione dei terreni vicino agli allevamenti, contribuiscono ad aumentare la pressione infettiva. L’Efsa invita gli allevatori a mantenere rigidi protocolli di biosicurezza e a rafforzare i sistemi di sorveglianza per individuare tempestivamente nuovi focolai.

Anche carnivori e animali domestici nel mirino

Accanto agli uccelli, il monitoraggio rileva un lieve aumento di casi nei carnivori selvatici, soprattutto volpi, un fenomeno legato alla massiccia circolazione del virus tra gli uccelli. Il virus è tornato a colpire anche gatti domestici in due Paesi europei, dopo un lungo periodo senza segnalazioni. In questi casi, la fonte più probabile è il contatto diretto o indiretto con uccelli selvatici infetti: non ci sono indicazioni di trasmissione tramite cibo crudo contaminato. L’Efsa invita a evitare alimenti crudi per gli animali domestici e, nelle aree ad alta circolazione del virus, a limitare le uscite all’aperto lasciando gli animali in casa o al guinzaglio. Nessuna nuova specie di mammifero è stata colpita nel periodo analizzato, ma la sorveglianza resta una priorità.

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