Tradizionalmente, l’autismo è stato considerato una condizione che compare nei primissimi anni di vita. Tuttavia, oggi sempre più bambini ricevono la diagnosi in età più avanzata. Fino a oggi, si ipotizzava che questo ritardo diagnostico fosse dovuto a fattori sociali, demografici o clinici, ma questi spiegano solo circa il 15% dei casi.
Analizzando i dati clinici e genetici di 45mila persone con autismo, i ricercatori hanno scoperto differenze significative tra le forme a insorgenza precoce e quelle tardive. In particolare, le forme tardive mostrano affinità genetiche con altre condizioni, come ADHD, depressione e disturbo da stress post-traumatico. Lo studio, coordinato dalla University of Cambridge e pubblicato su Nature, conferma il ruolo centrale della genetica nella genesi dell’autismo e le molteplici sfaccettature di questa condizione.
“Il termine ‘autismo’ probabilmente descrive molteplici condizioni- spiega Varun Warrier, tra gli autori dello studio -. Per la prima volta, abbiamo evidenziato che l’autismo precoce e quello tardivo hanno profili biologici e di sviluppo differenti. Il passo successivo sarà capire come genetica e fattori sociali interagiscono per influenzare i risultati di salute mentale nelle persone con diagnosi tardiva”.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato