Riccardo Starace, esperto in telemedicina e digital health del Gruppo di Lavoro del Cnel, ha elaborato un vademecum per accompagnare i cittadini nel diventare veri "pazienti digitali"
La sanità italiana sta vivendo una trasformazione che sposta parte della cura dagli ambulatori alle case dei cittadini. Televisite, referti digitali e monitoraggio da remoto sono già realtà diffuse, ma una quota significativa della popolazione non possiede ancora le competenze necessarie per utilizzarle in modo efficace. Per colmare questo divario, è stato elaborato un vademecum per accompagnare i cittadini nel diventare veri “pazienti digitali“. Una serie di consigli pratici suggeriti da Riccardo Starace, esperto in telemedicina e digital health del Gruppo di Lavoro del Cnel che in accordo con il ministero della Salute sta elaborando le linee guida per le nuove professioni sanitarie nei moderni sistemi socioeconomici per la digitalizzazione e per l’intelligenza artificiale applicata ai sistemi sanitari.
Nel 2024 sono state erogate in Italia oltre 900mila prestazioni digitali
“Monitoraggi e consulti da remoto – afferma Starace – riducono disagi, spostamenti e attese inutili. La telemedicina non sostituisce la visita tradizionale, ma evita accessi impropri e alleggerisce il sistema”. Il cambio di passo è confermato dai dati: nel 2024 sono state erogate in Italia oltre 900.000 prestazioni digitali, con una crescita del 172%, mentre gli investimenti in digital health hanno raggiunto 2,47 miliardi di euro. Una spinta che richiede pazienti più consapevoli e capaci di interagire correttamente con i nuovi strumenti.
Il vademecum per diventare pazienti digitali:
Vantaggi anche per i medici di famiglia
Secondo Starace, la cittadinanza digitale non è utile solo ai pazienti, ma anche ai medici di medicina generale. “Un paziente in grado di gestire autonomamente televisite, referti e autocontrolli permette al medico di seguire più persone in meno tempo, senza penalizzare la qualità dei controlli, di intercettare prima eventuali criticità, grazie ai parametri monitorati a casa, di ridurre le visite ripetute, spesso richieste solo per aggiornare situazioni già note e di dedicare più tempo ai casi complessi, liberando risorse dalla gestione di richieste semplici ma frequenti”, afferma l’esperto. “Affrontare con fiducia il percorso innovativo offerto dalla medicina digitale è il primo passo verso un netto miglioramento del proprio stato di salute. L’utilizzo degli strumenti di Digital Health e Telemedicina è cruciale, poiché genera i dati necessari per un monitoraggio clinico continuo e proattivo. Questa costante interazione – conclude – trasforma l’assistenza da reattiva a predittiva, consentendo ai clinici di modulare tempestivamente le cure”.
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