Le infezioni da germi multiresistenti rappresentano una minaccia crescente per la salute pubblica.I dati del progetto SIMIT “Insieme” evidenziano forti disomogeneità territoriali nella sorveglianza delle infezioni e nel monitoraggio dei consumi antibiotici
Ogni anno in Italia migliaia di persone muoiono a causa di infezioni da germi multiresistenti. Dai casi di sepsi alle batteriemie in comunità, la minaccia dell’antimicrobico-resistenza (AMR) si fa sempre più concreta e riguarda non solo le terapie intensive, ma anche la medicina di base e le strutture territoriali. Gli infettivologi italiani lanciano un monito chiaro: per ridurre l’impatto dei batteri resistenti servono strategie strutturate, che uniscano controllo delle infezioni e uso appropriato degli antibiotici. I dati emergono dal progetto “Insieme”, promosso da SIMIT in collaborazione con il Ministero della Salute.
Un fenomeno in crescita a livello globale
Secondo il Global Sepsis Network, nel 2021 si sono verificati oltre 160 milioni di casi di sepsi nel mondo, con circa 15 milioni di decessi. L’OMS stima che almeno un’infezione su sei sia causata da un germe resistente e che, entro il 2050, l’AMR potrebbe provocare fino a 10 milioni di morti l’anno. Il Global Antibiotic Resistance Surveillance Report 2025 documenta come, tra il 2018 e il 2023, sia aumentata la resistenza di Klebsiella pneumoniae ai carbapenemi (+15%) e di Escherichia coli (+6%), mentre i batteri della comunità hanno mostrato incrementi preoccupanti: Salmonella resistente alla ciprofloxacina +14%, Shigella quasi +30%. “L’antimicrobico-resistenza non riguarda più solo l’ospedale, ma anche la comunità – sottolinea il prof. Pierluigi Viale, membro del Comitato di Presidenza del Congresso SIMIT –. Uno studio al Pronto Soccorso dell’Ospedale Niguarda di Milano ha evidenziato che oltre il 13% delle batteriemie diagnosticate in comunità sono causate da germi multiresistenti”. Nei pazienti fragili e immunodepressi, l’impatto è ancora più grave: secondo una review pubblicata su Lancet Oncology, il 35% delle infezioni è da batteri multiresistenti, con punte oltre il 40% per MRSA, ESBL e Acinetobacter baumannii. Il rischio di mortalità in questi pazienti può essere fino a dieci volte superiore rispetto ai non immunodepressi. In Italia, le stime del 2021 indicano circa 7.950 decessi direttamente attribuibili all’AMR e oltre 33 mila associati a infezioni da germi multiresistenti.
Dall’infection control alla pratica quotidiana
“La prevenzione funziona – spiega l’infettivologo Angelo Pan – ma solo se applicata in modo sistematico. Screening, igiene delle mani, isolamento dei pazienti e stewardship antimicrobica non possono dipendere dalla sensibilità dei singoli. Servono obiettivi chiari a livello nazionale, sistemi di sorveglianza e monitoraggio continuo dei risultati”. Il PNCAR, il Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico-Resistenza, ha fornito indicazioni fondamentali, ma la sfida oggi è trasformarle in pratiche obbligatorie e uniformi su tutto il territorio nazionale.
Il progetto “insieme” e i risultati sul territorio
SIMIT ha sviluppato i progetti “Insieme” e “Resistimit” per coordinare e monitorare le politiche di prevenzione e trattamento delle infezioni gravi da batteri resistenti. “I dati raccolti da 38 ospedali italiani nel periodo post-pandemico mostrano una forte disomogeneità – spiega Marianna Meschiari, responsabile IPC e AMS, Clinica Malattie Infettive, Policlinico di Modena –. Il monitoraggio dei consumi antibiotici è strutturato in oltre il 90% degli ospedali del Nord, ma solo in poco più del 20% al Sud. La sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza è presente in meno del 16% delle strutture a livello nazionale”. Queste evidenze sono la base per interventi mirati: nel 2026 prenderanno il via nuovi sottoprogetti dedicati alle infezioni del sito chirurgico, alla colonizzazione da batteri resistenti ai carbapenemi e al miglioramento dell’igiene delle mani.
I temi dell’antimicrobico-resistenza e dell’infection control sono al centro del XXIV Congresso SIMIT, con oltre 1.200 specialisti da tutta Italia. Quattro giorni di corsi, simposi, tavole rotonde e presentazioni di dati originali per mettere a confronto la rete infettivologica nazionale e delineare strategie condivise.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato