La fotografia scattata dall'Iss mette in evidenza un Paese ancora gravato da tassi di antibiotico-resistenza più elevati della media europea, ma anche i primi segni di una possibile inversione di tendenza
Nel pieno della Settimana Mondiale della Consapevolezza sugli Antibiotici, l’Istituto Superiore di Sanità pubblica un quadro aggiornato della situazione italiana. Una fotografia che mette in evidenza un Paese ancora gravato da tassi di antibiotico-resistenza più elevati della media europea, ma anche i primi segni di una possibile inversione di tendenza. Alcuni patogeni mostrano infatti una lente ma costante riduzione della resistenza, mentre altri continuano a destare forte preoccupazione, come l’Enterococcus faecium resistente alla vancomicina, in aumento continuo. Durante il meeting conclusivo del progetto europeo INF-ACT, sono stati presentati i nuovi dati delle sorveglianze nazionali. A guidare la lettura di questi numeri è stato il presidente dell’ISS, Rocco Bellantone, che ha ricordato con forza come l’antibiotico-resistenza rappresenti “circa 12mila decessi ogni anno, pari a un terzo di tutti i decessi registrati tra i pazienti ricoverati in ospedale”. Queste, ha sottolineato, “non sono mere statistiche, ma persone e famiglie colpite da infezioni che spesso avremmo potuto prevenire o curare efficacemente”. Un richiamo alla responsabilità è arrivato anche dal direttore generale dell’ISS, Andrea Piccioli, che ha evocato lo slogan scelto dall’OMS per quest’anno: “È ora di agire: proteggiamo il nostro presente, difendiamo il nostro futuro”. La sfida, ha detto, è “grande, complessa e difficile”, e richiede sistemi sanitari più robusti e interconnessi, in grado di reagire alle minacce transfrontaliere della resistenza antimicrobica.
I dati della sorveglianza: luci, ombre e aree critiche
Gli indicatori AR-ISS (dati di sorveglianza sull’antibiotico-resistenza raccolti dall’Iss in Italia per monitorare la sensibilità dei batteri agli antibiotici) raccontano un’Italia a due velocità. Da un lato diminuisce la multiresistenza in Acinetobacter spp (un genere di batteri Gram-negativi che può causare infezioni, soprattutto in ambito ospedaliero, su persone immunodepresse o con altre patologie, ndr) e calano gli isolati di Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi (batteri resistenti a una classe di antibiotici ad ampio spettro, considerati spesso di ultima linea per trattare infezioni gravi, ndr). Dall’altro, si registra un lieve incremento della resistenza alle cefalosporine di terza generazione in Escherichia coli, mentre per Pseudomonas aeruginosa si osserva un miglioramento in tutte le principali classi di antibiotici. Tra i Gram-positivi si conferma la lenta flessione del MRSA (Staphylococcus aureus meticillino-resistente), ma continua a crescere la quota di Enterococcus faecium resistente alla vancomicina. In aumento anche la resistenza alla eritromicina da parte di Streptococcus pneumoniae.ù
Le infezioni ospedaliere
Le Terapie Intensive si confermano i reparti più colpiti, dove i livelli di resistenza rimangono più elevati rispetto alle altre aree ospedaliere. Anche le batteriemie da CRE (un’infezione grave del sangue causata da batteri che appartengono al gruppo degli Enterobatteri resistenti ai carbapenemi) mostrano una lieve diminuzione rispetto al 2023, con 3.735 casi registrati, ma restano comunque su valori superiori al periodo precedente la pandemia. Secondo Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS, i”l tema va affrontato «nella sua complessità, con uno sforzo collettivo per preservare l’efficacia degli antibiotici”. I dati, osserva, “dimostrano che in alcune aree si cominciano a vedere i frutti delle azioni intraprese, pur restando criticità importanti”.
Igiene delle mani: un gesto semplice, una grande differenza
Un altro indicatore che continua a preoccupare è il consumo di soluzione idroalcolica nelle strutture sanitarie. Nel 2024 la media nazionale è scesa sotto i 10 litri ogni mille giornate di degenza, ben lontana dallo standard OMS di 20 litri. L’Emilia-Romagna resta la regione più virtuosa, mentre il Molise presenta i consumi più bassi. Solo otto regioni mostrano un incremento rispetto al 2023, segno che molto lavoro resta da fare.
La svolta genomica: il ruolo del sequenziamento nel controllo dell’AMR
Grazie al progetto INF-ACT, l’Italia ha rafforzato la sorveglianza genomica dell’AMR. L’utilizzo esteso del sequenziamento del genoma (WGS) consente di individuare più rapidamente i ceppi resistenti, tracciare la diffusione delle infezioni e migliorare la capacità di risposta a emergenze e focolai. È un approccio che integra competenze umane, veterinarie e ambientali, secondo la logica One Health, indispensabile per comprendere le dinamiche di un fenomeno che non conosce confini biologici né geografici.
Dalla dimensione del problema ai gesti quotidiani
La resistenza antimicrobica, ricorda l’ISS, non è una minaccia astratta. Ogni anno provoca 1,2 milioni di morti nel mondo e potrebbe arrivare a causarne 39 milioni entro il 2050 se non si interviene in modo deciso. Le ricadute economiche sono enormi: solo in Europa, la gestione delle infezioni resistenti costa quasi 12 miliardi di euro all’anno. Gli effetti non riguardano solo gli esseri umani. Negli animali da produzione, le infezioni causate da patogeni resistenti comportano trattamenti più lunghi e una riduzione della produttività. Uno scenario che, senza interventi, potrebbe tradursi entro il 2050 in perdite equivalenti al fabbisogno alimentare annuale di due miliardi di persone. Anche per questo il concetto di One Health è oggi imprescindibile: oltre il 60% dei patogeni che causano malattie nell’uomo proviene da animali domestici o selvatici. Proteggere la salute degli animali e dell’ambiente significa proteggere la nostra.
La prescrizione responsabile degli antibiotici
Sul piano individuale, l’ISS ricorda l’importanza di una prescrizione responsabile degli antibiotici, da assumere solo quando consigliati da un medico o da un veterinario e seguendo scrupolosamente le indicazioni. Sospendere la terapia troppo presto o saltare delle dosi favorisce la sopravvivenza dei batteri più resistenti, che possono diffondersi nella comunità.
Un ruolo cruciale è giocato da abitudini quotidiane spesso sottovalutate: lavarsi le mani regolarmente, mantenere una cucina pulita, cuocere adeguatamente i cibi, evitare la contaminazione tra crudo e cotto, e conservare correttamente gli alimenti. Anche comportamenti come indossare una mascherina o rimanere a casa quando si è malati contribuiscono a limitare la diffusione di infezioni, proteggendo non solo le persone ma anche gli animali domestici. Cani, gatti e altri animali da compagnia possono infatti contrarre infezioni resistenti. Cure veterinarie regolari, igiene e vaccinazioni aiutano a prevenire queste condizioni, così come l’uso degli antibiotici deve sempre avvenire sotto prescrizione veterinaria, evitando in assoluto farmaci destinati all’uomo. Infine, lo smaltimento corretto degli antimicrobici è essenziale per evitare che residui di farmaci finiscano nell’ambiente, contribuendo allo sviluppo di nuove resistenze. I medicinali avanzati o scaduti vanno sempre consegnati in farmacia.
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