L’introduzione precoce delle arachidi nell’alimentazione del bambini ha diminuito significativamente il tasso delle diagnosi di allergie alimentari. Lo ha scoperto uno studio del Children’s Hospital of Philadelphia, pubblicato sulla rivista Pediatrics
L’introduzione precoce delle arachidi nell’alimentazione dei bambini, come attualmente raccomandato dalle linee guida americane, ha diminuito significativamente il tasso delle diagnosi di allergie alimentari. Almeno questo è quanto emerso da uno studio guidato da Stanislaw Gabryszewski e David Hill, entrambi specialisti della Divisione di Allergologia e Immunologia del Children’s Hospital of Philadelphia, in uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics.
Le linee guida raccomandano l’introduzione precoce alle arachidi
Quella alle arachidi rappresenta una delle allergie alimentari IgE-mediate più diffuse in età pediatrica negli Stati Uniti. Storicamente, la gestione di questa condizione prevedeva di evitare il prima possibile il contatto con l’alimento. Tuttavia, uno studio del 2015 ha dimostrato che l’esposizione controllata alle arachidi nei neonati a rischio, tra i 4 e gli 11 mesi, poteva ridurre il rischio di sviluppare l’allergia alle arachidi dell’81%. Questo ha portato all’elaborazione e alla diffusione di linee guida cliniche, pubblicate nel 2015, 2017 e 2021, che raccomandano l’introduzione precoce degli allergeni maggiori. Nonostante la solidità dei dati dello studio, l’impatto di questi interventi di salute pubblica a livello di popolazione è rimasto a lungo poco chiaro.
Cambio di prevalenza delle diagnosi di allergie alimentari
I ricercatori hanno condotto uno studio retrospettivo utilizzando i dati delle cartelle cliniche elettroniche. Lo studio ha confrontato i tassi di diagnosi di allergie alimentari IgE-mediate in diversi periodi temporali, in relazione all’introduzione e successiva revisione delle linee guida sull’esposizione precoce. I risultati hanno mostrato una riduzione significativa nella prevalenza delle diagnosi di allergie alimentari IgE-mediate. Per quanto riguarda le allergie alle arachidi, la prevalenza è diminuita dallo 0,79% al 0,45% della popolazione in studio, confrontando il periodo pre-linee guida con il periodo successivo all’introduzione dell’addendum.
Serve una maggiore consapevolezza sull’importanza dell’esposizione precoce
Per qualsiasi allergia alimentare IgE-mediata, invece, la prevalenza totale è scesa dall’1,46% allo 0,93%. Inoltre, l’allergia alle arachidi è passata dal primo al secondo posto tra gli allergeni alimentari più frequentemente diagnosticati in questo periodo, superata dall’allergia alle uova. Gli autori stimano che l’intervento di esposizione precoce possa aver prevenuto lo sviluppo di un’allergia alimentare in circa un bambino ogni 200 esposti. “Sebbene la strategia di introduzione precoce non elimini completamente le allergie, la riduzione osservata è un risultato promettente che valida l’attuale approccio clinico”, commenta Gabryszewski. Hill ha evidenziato l’importanza di una maggiore consapevolezza, istruzione e sensibilizzazione per massimizzare i risultati positivi. Studi futuri saranno necessari per ottimizzare i protocolli di introduzione precoce.
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