Con l’arrivo dell’estate, l’allattamento materno assume un ruolo particolarmente importante e funzionale, rispondendo alle esigenze di madri e lattanti nei mesi più caldi. L’Istituto Superiore di Sanità, in occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento 2025 che si celebra dal 1° al 7 agosto, ha diffuso un decalogo utile per allattare in sicurezza e garantire il benessere di madri e bambini durante i mesi estivi.
“Il latte materno è sempre alla temperatura giusta, non richiede bollitura, sterilizzazione né preparazioni complesse, ed è immediatamente disponibile in ogni contesto, offrendo anche un momento di conforto fisico ed emotivo – spiega Angela Giusti, prima ricercatrice del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute dell’ISS -. Apporta liquidi e nutrienti in proporzioni dinamiche, adattandosi naturalmente ai bisogni del bambino o della bambina, che in estate possono variare frequentemente. È comodo: si può allattare ovunque, in città, al mare, in montagna, in viaggio, senza necessità di attrezzature, refrigerazione o prodotti per la pulizia. Inoltre, dalla prospettiva della sicurezza alimentare, l’allattamento materno non comporta rischi di contaminazione, a differenza dei sostituti in polvere, che alle alte temperature richiedono molta attenzione nella preparazione e conservazione”.
L’ISS consiglia alcuni semplici accorgimenti per garantire un allattamento sereno nei mesi caldi:
“Sostenere l’allattamento è fondamentale non solo per la salute individuale, ma anche per costruire sistemi alimentari più equi e sostenibili – ricorda Angela Giusti -. Il tema della Settimana Mondiale dell’Allattamento 2025 è ‘Sostenere l’allattamento attraverso sistemi alimentari equi’. L’allattamento riduce la dipendenza da prodotti industriali, con alto impatto ambientale e costi economici elevati, garantendo una nutrizione giusta e sicura”.
Una questione anche sociale, come sottolinea la dott.ssa Enrica Pizzi, coordinatrice del Sistema di Sorveglianza 0-2 anni dell’ISS: “I dati mostrano che i figli di madri con istruzione più elevata e che partecipano a percorsi di accompagnamento alla nascita sono più frequentemente allattati, mentre nelle famiglie con minori risorse educative ed economiche l’allattamento risulta meno diffuso. Questo contribuisce a disuguaglianze di salute sin dalla nascita. Sostenere l’allattamento è dunque una responsabilità condivisa da istituzioni, operatori sanitari, decisori politici e reti di sostegno familiari”, conclude.
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