Salute 4 Settembre 2025 14:21

Adolescenti e malattie reumatiche, Sir: “Il rientro a scuola aiuta a gestire la patologia”

Ogni anno in Italia 10mila minori ricevono una diagnosi di malattia reumatologica, gli esperti: "Il ritorno sui banchi può diventare un’occasione per affrontare la delicata transizione dalla reumatologia pediatrica a quella dell’adulto"
di I.F
Adolescenti e malattie reumatiche, Sir: “Il rientro a scuola aiuta a gestire la patologia”

“In Italia ogni anno 10mila minori ricevono la diagnosi di una malattia reumatologica, come artrite idiopatica giovanile, lupus, connettiviti o vasculiti. Dopo essere stati seguiti da uno specialista pediatra, per i più grandi arriverà il momento in cui dovranno iniziare ad affidarsi a un nuovo medico, il reumatologo degli adulti, e diventare attori protagonisti nella cura della propria condizione”. A spiegarlo è Andrea Doria, presidente della Società italiana di reumatologia (Sir) che, a pochi giorni dalla campanella del primo giorno di scuola, sottolinea come il ritorno sui banchi possa diventare un’occasione per affrontare “la delicata transizione dalla reumatologia pediatrica a quella dell’adulto”.

Non un semplice passaggio di consegne

“Nella stragrande maggioranza dei casi, le malattie reumatologiche pediatriche accompagnano il paziente anche nella vita adulta – ricorda Roberto Felice Caporali, presidente eletto della Sir -. Il bambino non è un adulto in miniatura. Ha esigenze cliniche e assistenziali diverse, così come il giovane adulto, che deve confrontarsi con nuovi bisogni come la contraccezione o la gestione dell’autonomia terapeutica. Per questo la transizione deve essere un processo graduale, strutturato e condiviso”.

Le raccomandazioni europee

La European Alliance of Associations for Rheumatology (Eular) e la Paediatric Rheumatology European Society (Pres) hanno definito alcune raccomandazioni:

  • la transizione dovrebbe prevedere una serie di incontri e non un singolo evento;
  • è necessario un documento che riassuma storia clinica e terapeutica del paziente;
  • il processo dovrebbe iniziare intorno ai 16 anni e concludersi tra i 18 e i 20;
    va favorita l’autonomia del ragazzo e, quando possibile, nominato un transition coordinator o un nurse manager.

Continuità di cura e strumenti digitali

“Non basta spostare un nome da un’agenda a un’altra- chiarisce Caporali -. La transizione non deve essere traumatica, ma costruita per garantire continuità di cura, fiducia e autonomia al paziente. È fondamentale che il giovane veda i due professionisti collaborare durante gli incontri. Questo può ridurre timore e insicurezza. E quando la reumatologia pediatrica e quella dell’adulto sono distanti, gli strumenti digitali come il teleconsulto – conclude – possono aiutare a rendere il percorso più fluido”.

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